E’ un fenomeno nuovo anche per chi si trova da anni a vivere, ogni giorno, con gli adolescenti ed i giovani. Ma che riguarda anzitutto i bambini, dall’età prescolare.
Parlo di situazioni di stress, di ansia, di panico, con varie patologie che aggravano, poi, la situazione.
Un fenomeno in crescita che va studiato, per le giuste contromisure.
Bambini ed adolescenti, cioè, dalla vita apparentemente normale, ma che, prima o poi, manifestano varie forme di disagio, di insofferenza, se non di vero e proprio dolore psicofisico.
Pensiamo qui, per parlare dei bambini, alla ricerca di sempre nuovi stimoli da parte dei genitori, come se dovessero sempre e solo primeggiare su tutto, in una logica di auto-realizzazione individuale come unico senso della vita, sostanza di un valore della vita improntato solo alla mera competitività. Per poi ritrovarsi, quando succede, incapaci di reagire anche ad una piccola delusione, ad una apparente sconfitta, ad un risultato atteso ma lontano da venire.
Ai bambini, in poche parole, vengono chieste tante cose, oltre alla scuola e al gioco per il gioco: penso qui ai troppi corsi e corsetti che riempiono i loro pomeriggi ed i fine settimana. Viene chiesto, in sostanza, di essere i più intelligenti, i più capaci, i più abili in tutto.
A questi bambini, e ai loro genitori, credo sia giusto augurare di incontrare dei veri “maestri”, che li aiutino a sperimentare il senso del limite, il valore delle relazioni e della condivisione, il gusto anche di un po’ di noia, di momenti di “lentezza” che facciano da controcanto alla frenesia odierna.
Potranno così crescere senza sentirsi continuamente in ansia, rispetto alle aspettative proprie e dei propri genitori.
Auguro a loro, cioè, di sperimentare la quiete, in un contesto di reciproco e libero ascolto. Senza, magari, rifugiarsi e nascondersi nei mille interstizi del web, per il timore di non essere all’altezza.