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Stretta voto di condotta, Salvini: “Giusto bocciare. Io avevo 8 perché falsificavo le assenze”

La stretta del Governo sul voto di condotta, che in caso di approvazione del ddl, su cui la commissione Cultura del Senato tornerà lavorare probabilmente nei prossimi giorni, porterà all’automatica bocciatura nel caso lo studente dovesse prendere 5 a fine anno scolastico oppure all’obbligo di frequenza di un corso di educazione civica da svolgere alla fine degli scrutini di giugno. Tale impostazione è stata ribadita e giustificata anche dal vice premier Matteo Salvini intervenuto in occasione della presentazione dell’ultimo libro del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “La scuola dei talenti“.

Salvini parla del voto in condotta, facendo un accenno a un aneddoto della sua adolescenza in cui falsificava la firma del padre nel libretto delle giustificazioni a scuola, motivo per il quale prese 8 come voto di condotta. Ma ci va duro con chi bullizza docente e studenti: è giusto che venga bocciato.

Ecco le dichiarazioni del ministro dei trasporti: “Al liceo ho preso anche 8 in condotta per via delle assenze, ero arrivato a fare un libretto da me firmato al posto di mio padre. Quelli che prendevano 10 in condotta li prendevamo un po’ in giro. Anche mio figlio ha 10 in condotta, gli ho detto ‘ma non hai mai pigiato una volta, avrai interrotto una volta la lezione, avrai copiato un compito in classe’, se uno non ha mai copiato un compito in cinque anni non si è fatto la scuola che si doveva fare”.   

E continua: “Un conto è pigiare a scuola, un conto è bullizzare. La differenza tra 8-10 in condotta è semantico, ma se compi un atto di violenza in classe su un compagno o su un’insegnante, che tu venga bocciato è sacrosanto”.

LEGGI ANCHE: Cellulari in classe, Salvini: “Vanno ritirati prima. Si può vivere senza sentire la mamma per 6 ore”

Salvini, in particolare ha toccato il punto dei cellulari in classe, affermando: “Si deve impedire ai ragazzi di entrare con il telefono cellulare in classe. Consegnato all’ingresso e recuperato all’uscita. Noi siamo andati a scuola senza cellulare, se non dicevi a tua mamma sei volte al giorno che stavi bene, se ne accorgeva quando arrivavi a casa. Quindi, se ci sono motivazioni didattiche, per carità, è un altro paio di maniche, per quello che riguarda scuole elementari, medie e superiori fino alla maggiore età, non si potrebbe dovere entrare in classe con il cellulare in tasca”.  

Redazione

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