in questo clima fortemente drammatico causato dal Coronavirus, le incertezze lavorative di alcuni settori già poco tutelati si sono notevolmente ampliate; uno di questi è il settore dei lavoratori dello spettacolo.
Noi del “Coordinamento Nazionale per il ripristino degli strumenti jazz nei licei musicali” siamo profondamente amareggiati e viviamo in un clima di profonda angoscia e frustrazione per il futuro.
La Buona scuola ci aveva già negato la possibilità di insegnare il nostro strumento al liceo musicale, e dunque, l’unica fonte di sostegno economico erano i concerti live. Purtroppo la pandemia, come noto a tutti, ha comportato la chiusura anche dei teatri, dei locali da musica dal vivo, nonché l’interruzione di tutti i jazz festival e delle scuole di musica private.
Come possiamo in tale clima, sostenere le nostre famiglie?
Con un bonus Cura Italia non si risolve tutto ma si tampona solo momentaneamente la situazione.
Siamo consapevoli delle tempistiche lunghe che occorrono per modificare un decreto che preveda l’inserimento dei codici delle nostre materie jazzistiche, ma siamo anche convinti che in fase di emergenza tali tempistiche si possano anche ridurre, come sta accadendo per altre situazioni. Lo dimostra il fatto che il MIUR sta vagliando l’utile e necessaria possibilità di riapertura delle graduatorie di istituto che riguarderebbero una platea di docenti molto numerosa e che, al contempo, richiede un lavoro ben più lungo di quello che richiederebbe l’inserimento dei nostri codici.
Pertanto, chiediamo a gran voce al MIUR, l’urgenza di inserire per l’inizio del nuovo anno scolastico, gli strumenti jazz nei licei, garantendo non un importante, ma una “fondamentale possibilità lavorativa, aggiungendo che tale cambiamento porterebbe una svolta qualitativa e professionalizzante dei licei musicali che saranno finalmente ampliati nello loro offerta formativa; un’offerta grazie alla quale un allievo che voglia diventare un vocalist jazz o pop, avrà a disposizione un insegnante laureato, e soprattutto qualificato, in canto jazz e non lirico; un allievo che voglia studiare basso elettrico avrà a disposizione un insegnante laureato in basso elettrico e non contrabbasso, etc..
In questo modo, il mondo del jazz, già penalizzato in questa situazione di emergenza, avrebbe a settembre almeno una prospettiva di lavoro e non sarebbe ,per l’ennesima volta, una comunità di professionisti e di docenti di serie b.
Il Coordinamento per il ripristino del jazz nei licei musicali
Alfina Scorza
Adriana Isoardi
Stefano Luigi Mangia