Quali soluzioni hanno assunto i Paesi europei, per quanto concerne le strutture educative per l’infanzia, durante il periodo di emergenza in seguito alla pandemia da Covid-19 e nella fase successiva di progressiva riapertura?
Nell’ultima pubblicazione, dal titolo “Misure per la riapertura delle strutture per l’educazione e cura della prima infanzia nell’emergenza Covid-19 in alcuni paesi europei“, Indire offre una lettura dei dati raccolti sul campo dall’Unità italiana di Eurydice e riferiti ai seguenti Paesi: Belgio (Comunità francese), Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
In base all’organizzazione dei singoli Paesi, le misure sono asunte a livello centralizzato (Francia) oppure a livello di singoli Stati regionali (Germania e in Spagna) o autorità educative territoriali (Estonia, Finlandia, Norvegia, Polonia, Slovacchia).
Soluzioni adottate durante il lockdown
Per quanto riguarda la fase di lockdown le misure sono state: la chiusura totale delle strutture o l’apertura parziale, limitando il servizio alle utenze in maggiori difficoltà organizzative, oppure riducendo i tempi di apertura. In pochissimi casi le scuole sono rimaste aperte per tutti.
Misure alla riapertura
Le realtà che hanno riaperto hanno assunto inizialmente misure simili quali:
- La rinuncia al distanziamento sociale tra i bambini e tra educatori/trici e bambini, essendo la fascia considerata particolarmente sensibile alle dinamiche relazionali.
- Il lavaggio frequente delle mani, ampiamente raccomandato e diventato una vera e propria routine.
- Il consumo dei pasti, variamente regolamentato.
- L’utilizzo degli spazi all’aperto e di giochi facilmente igienizzabili, spesso raccomandato.
- L’organizzazione didattica per piccoli gruppi.
- La limitazione del numero di adulti che possono accedere agli edifici.