“Il termine Student Act non l’ho inventato io: io lo chiamo diritto allo studio, però va bene lo stesso”.
Lo ha precisato a Firenze il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, partecipando agli Stati generali della lingua italiana.
A colloquio con i giornalisti, che le chiedevano un giudizio sulla possibile contraddizione tra il ricorso eccessivo ai termini inglesi e la volontà di diffondere l’italiano nel mondo, il responsabile del Miur ha tenuto a dire: “una delle caratteristiche della lingua italiana – ha detto – è quella di essere permeabile. L’italiano è una delle lingue più permeabili ai forestierismi fin dalla sua storia più antica”.
Soffermandosi sulla manovra finanziaria di fine 2016, il ministro Giannini, ha detto che gli investimenti sulla scuola e sulla lingua italiana nell’ultima legge di bilancio “sono importanti per quantità”.
E ancora: “facendo una considerazione generale su tutte le competenze del mio ministero – ha continuato il ministro – quindi scuola, università e ricerca, abbiamo un miliardo di risorse nuove disponibili per una serie di cose che vanno dal diritto allo studio potenziato e sollevato a livelli che non erano mai stati conosciuti dal nostro Paese, vanno alla valorizzazione dei dipartimenti di eccellenza, al proseguimento nell’assunzione dei giovani ricercatori, quindi tutte cose assolutamente importanti ma soprattutto per qualità, io vorrei sottolineare la coerenza di un governo che ha avviato dei processi”, ha concluso Giannini.
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