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Studente aggredito e ucciso in Francia: anche in Italia la scuola è un ambiente sempre meno sicuro per docenti e ragazzi

Il sistema scolastico francese vive da oltre un biennio profondissimi traumi e spaccature che caratterizzano la società contemporanea. Lo stress economico, la moltiplicazione di gruppi familiari in difficoltà in relazione all’inflazione in aumento stanno provocando una crisi sociale senza precedenti: i ragazzi reagiscono con assoluta efferatezza e violenza, spesso minacciando cose o persone nelle vicinanze.

La scuola ne risente in prima persona: i docenti si recano a lavorare in un ambiente sempre meno sicuro e caratterizzato da pericoli, col timore di essere feriti o alla peggio uccisi, come accaduto ai due noti docenti lo scorso anno. Vengono creati ambienti ad alto controllo e stress, come capitato nelle scuole parigine: metal detector e guardie giurate risultano essere strane, insolite presenze in una scuola sempre più a rischio. Gli allarmi bomba non migliorano la situazione. Uno studente, appostatosi nei pressi della scuola con un suo coetaneo, è stato prima aggredito e poi ucciso. L’amico se l’è cavata con delle cure ospedaliere immediate.

I dettagli

Un ragazzo di 15 anni in Francia è morto venerdì in ospedale, il giorno dopo essere stato aggredito da un gruppo di persone dopo una lezione di musica a scuola. Ora è stata aperta un’indagine per omicidio, ha detto venerdì pomeriggio il procuratore regionale Gregoire Dulin. L’incidente è avvenuto nella città di Viry-Chatillon, situata a circa 20 chilometri a sud della capitale Parigi. 

I media hanno citato i pubblici ministeri al lavoro nelle indagini affermando che l’attacco è stato effettuato da giovani mascherati e dunque difficilmente riconoscibili. La polizia venerdì pomeriggio scorso ha arrestato cinque persone che ritiene collegate all’attacco, tra cui tre diciassettenni, un quindicenne e un ventenne, hanno detto i pubblici ministeri alla stampa riunitasi venerdì scorso. L’attacco di giovedì è avvenuto appena due giorni dopo che un’adolescente era rimasta temporaneamente in coma a seguito di un attacco fuori dalla sua scuola, nel sud del paese.

Scuola italiana, ambiente sempre meno sicuro

Lavorare in classe, come si evince da quanto accaduto in Francia, costituisce un rischio per l’incolumità dei docenti. I dati parlano di decine di aggressioni annuali a danno dei docenti (Il Sole 24 Ore). Valditara incoraggia ad utilizzare la legge come abile strumento di difesa: i docenti sono invitati a denunciare tutto ciò che capita in classe anche per garantire un completo monitoraggio del bullismo in classe. 

La scuola è il luogo più probabile dove essere vittime di violenza: lo è per il 66% dei ragazzi della Gen Z, tra i 4.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 26 anni dell’indagine realizzata dall’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo.

Dopo la scuola (66%), il web è percepito come il luogo dove è più probabile essere vittime rispetto alla vita reale. Gli strumenti adottati fungono più da difesa che da deterrente; un buon monitoraggio sociale anche con i relativi assistenti – sempre più in diminuzione segnalano gli esperti – è sempre la soluzione che a lungo raggio accoglie più consensi tra i pedagoghi dello sviluppo.

Andrea Maggi

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