Bene ha fatto il Miur a istituire la figura dello studente-atleta, promuovendo così la pratica sportiva presso un popolo – il nostro – sostanzialmente pigro.
A quanto pare, però, le regole che disciplinano il tutto a volte vengono interpretate un po’ … “all’italiana”!
Esempio: la normativa dice che lo studente-atleta e gli insegnanti devono concordare le date di verifiche ed interrogazioni, vale a dire armonizzare e conciliare le esigenze della mens sana e del corpus sanum. Capita però che in certi casi gli impegni sportivi siano tali e tanti da rendere difficile accordarsi.
E allora che si fa? Si dà naturalmente la precedenza a gare ed allenamenti. E gli impegni scolastici? Oh, beh, quelli possono anche passare in cavalleria, un voto in più o in meno che differenza fa? Se io sono un campione di calcio, di nuoto o altra disciplina sportiva posso pure snobbare le necessità della scuola. E la scuola tace, onde evitare proteste e ricorsi che quasi sicuramente la vedrebbero soccombere.
Tutto questo non è serio.
Daniele Orla
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