Ancora una volta il Tar si pronuncia a favore degli studenti e cambia una decisione del consiglio di classe. La vicenda arriva da Venezia ed è riportata da ‘Il Messaggero’. Lo studente in questione, che ha fatto il ricorso al Tribunale Amministrativo del Veneto, era stato bocciato alla maturità con 54/100, sei punti sotto la necessaria sufficienza. I giudici hanno però ribaltato la decisione, invitando l’istituto a promuovere lo stesso con il punteggio minimo (60/100).
La scuola infatti avrebbe la “colpa” di non aver motivato a dovere la decisione. Peraltro l’alunno fu ammesso agli esami con 36 punti accumulati tra i crediti dell’ultimo triennio e “nel complesso era riuscito a raggiungere gli obiettivi didattici mostrando conoscenze articolate e abilità essenziali”.
Ad andare male invece fu il colloquio con una valutazione della commissione di 5 punti su 25. Secondo il verbale dell’esame, lo studente era andato male anche nella seconda prova scritta e all’orale non erano risultate complete le risposte alle domande sulle materie di indirizzo e di inglese.
Il ragazzo presentò così ricorso, il Consiglio di Stato impose alla scuola una rivalutazione della prova orale, ma gli insegnanti confermarono la bocciatura. Da qui l’impugnazione davanti al Tar.
Questa la motivazione dei giudici: “La commissione non ha tenuto conto dell’oggettivo miglioramento che caratterizzando l’andamento scolastico avrebbe dovuto essere contrapposto agli esiti non sempre soddisfacenti della prova d’esame, peraltro inficiata dallo stato d’ansia che avrebbe pervaso il candidato”.
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