Un ragazzo di 16 anni, di origine rumene, dichiarato omosessuale, è stato lasciato fuori dall’aula perché ha mostrato una sua foto a torso nudo insieme ad un altro ragazzo.
La notizia è stata divulgata dal Giornale di Monza, ripresa da altri quotidiani nazionali, a cui si è rivolta la famiglia: i fatti risalgono a mercoledì scorso, quando il 16enne, che da un anno è seguito anche dai servizi sociali del comune brianzolo, racconta alla madre (in Italia da 13 anni) e al suo compagno della sua separazione dagli altri compagni di classe. Il preside dell’istituto, infatti, ha “posizionato” il ragazzo in una postazione in corridoio.
Una situazione che non è andata giù alla famiglia, che già l’anno scorso, in seguito alla scoperta dell’omosessualità del ragazzo e di alcune frequentazioni con adulti maggiorenni, si era rivolta alla scuola per chiedere assistenza.
Inutile la lettera inviata al preside, la famigliadecide di denunciare l’accaduto ai Carabinieri: il giovedì mattina la madre si è presentata a scuola, accompagnata dai militari della Compagnia di Monza. A quel punto, il ragazzo è stato riammesso in classe.
Il preside Corrioni rivendica la sua scelta: “I compagni del ragazzo, a cui lui aveva mostrato la foto sua e di un altro ragazzo a torso nudo sui social network, hanno prima chiesto e ottenuto dal sito la rimozione dell’immagine pedopornografica, e dopo si sono rivolti agli insegnanti. A quel punto abbiamo deciso di sistemare il ragazzo in un postazione a parte, insieme con un educatore, come facciamo quando uno dei nostri corsisti vuole approfondire un argomento di studio. In attesa di parlare sia con la famiglia, sia con i servizi sociali che hanno in carico il ragazzo. E per capire come affrontare la questione con i compagni ed evitare discussioni in classe”.
La decisione della scuola, quindi, sarebbe dettata dal desiderio di evitare problemi in aula con i compagni di classe: “Non è questione di discriminazione, i cristiani non discriminano: accettiamo tutti, abbiamo ragazzi di tutte le religioni. Volevamo proteggere sia il corsista sia i suoi compagni”.
Si scatenano le proteste delle associazioni e delle forze politiche: “È un fatto gravissimo, inconcepibile, per il quale chiediamo l’intervento fermo e severo del Miur. Il ministero invii gli ispettori”, dichiara il presidente di Arcigay Falvio Romani. Il deputato Pd Alessandro Zan commenta così l’accaduto: “una vicenda di una gravità inaudita, perché sottoporrebbe il minore a un trattamento degradante e discriminatorio, violando il suo diritto all’educazione ma ancor prima la sua libertà e dignità”,
La democratica Rosaria Iardino, consigliere comunale a Milano e consigliera delegata alle Pari Opportunità della Città metropolitana, tira in ballo la teoria gender tanto dibattuta negli ultimi mesi e annuncia che chiederà “un’ispezione nella scuola incriminata. Mi chiedo quanto influiscano, in situazioni del genere, le aberranti esternazioni e gli assurdi convegni che certe forze politiche si ostinano a organizzare, contro la cosiddetta teoria del gender e a difesa di una fantomatica famiglia naturale”
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