Si può entrare in classe portando un machete e un tirapugni? Evidentemente no. Ma è accaduto a Lido degli Estensi, in provincia di Ferrara, in un istituto superiore: l’altro ieri, il 15 dicembre, una docente si era accorta di un manico che usciva dallo zaino di uno studente; a quel punto ha chiesto di aprirlo e sono spuntati machete e un tirapugni.
Preso atto della gravità del fatto, la scuola ha informato i carabinieri, che si sono immediatamente recati sul posto. E sono anche stati convocati i genitori, a cui il ragazzo è stato affidato.
Nel frattempo, è stata prodotta denuncia alla Procura per i minorenni per porto abusivo di armi o oggetti atti all’offesa della persona.
Un problema educativo
L’emergenza minori e il degrado educativo sembrano non avere fine. Sabato 17 dicembre se ne è parlato con i vertici di istituzioni, forze dell’ordine e magistratura intervenuti in dibattito in una scuola di Napoli.
Per il sindaco Gaetano Manfredi “contro la devianza serve un’azione di recupero sociale”.
Secondo il questore Alessandro Giuliano “occorre dare ai giovani punti di riferimento ed opportunità.
Secondo l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, è fondamentale che i giovani scelgano sempre la strada della giustizia”.
“Luigi Riello, procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, ritiene che si sia di fronte ad “un problema educativo che attiene alla dispersione scolastica, al degrado delle periferie e quindi riguarda lo Stato in tante sue componenti che dovrebbe essere più presente là dove le altre agenzie educative non funzionano”.
Gianni Melillo, procuratore nazionale Antimafia, ritiene che ‘la questione minorile e criminale nel suo complesso siano allarmi potenti e inascoltati di un rischio democratico che è sotto gli occhi di tutti”.
I precedenti
Non è la prima volta che uno studente si reca a scuola con il tirapugni: alcuni anni fa, a di San Ginesio, vicino Macerata, uno studente 18enne si sarebbe rivolto ad alcuni suoi compagni dicendo loro che da quel momento gli dovevano pagare un euro al giorno. Altrimenti botte.
I pagamenti, comunque, non ci sarebbero mai stati, anche perché a scuola un’insegnante di sostegno ha scoperto tutto sul nascere e ha chiesto immediatamente spiegazioni al maggiorenne. Il quale per tutta risposta avrebbe reagito insultando la docente.
Il diciottenne, che in tasca aveva un tirapugni, è stato sentito dai carabinieri, e si sarebbe difeso sostenendo che la sua richiesta di un euro al giorno era soltanto uno scherzo.
In un altro istituto scolastico, qualche tempo dopo uno studente ha introdotto un machete, probabilmente er questioni legate al bullismo: non è chiaro se per esercitare qualche atto intimidatorio nei confronti di coetanei o per difendersi. Lo studente è stato denunciato per porto abusivo di armi e affidato a una zia.