Mercoledì 22 novembre, un bambino di 8 anni va in classe, in una scuola elementare di Rende, e si trova da solo, senza compagni e senza insegnanti. Un caso curioso che ha fatto insospettire immediatamente la famiglia.
In un’intervista a Repubblica, la mamma dell’alunno spiega cos’è successo e le ragioni del suo disappunto: “Quella mattina avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio per mio figlio nella nuova sezione, invece ha trovato tutti i banchi vuoti. L’avevo spostato in questa classe a causa di incomprensioni con alcune maestre che si ostinavano a ribadire la necessità di un’insegnante di sostegno, pur avendo comunicato loro che la diagnosi di iperattività con funzionamento intellettivo superiore alla media non aveva rappresentato un requisito per il riconoscimento dell’invalidità. Anziché valorizzarlo, l’avevano escluso. Perspicace e bilingue, era diventato il “ritardato” della classe. Quella mattina, la “festa dell’accoglienza” avrebbe dovuto sancire l’inserimento nella nuova classe. Invece erano tutti assenti e mio figlio si è trovato smarrito in un’aula deserta”.
Sempre la mamma continua il racconto: “Mosso dall’innocenza dei suoi 8 anni, ha pensato avessero tutti la febbre. Sentendosi fortunato per non essersela beccata anche lui, ha preparato un disegno da regalare al nuovo compagno di banco non appena fosse guarito. Inconsapevole del fatto che l’assenza di massa era una protesta contro di lui, presenza non gradita”.
Il genitore racconta che ha scoperto che dietro ci fosse un piano organizzato grazie a un’altra mamma che ha rivelato l’accordo in una chat whatsapp: “Il pomeriggio precedente, durante l’incontro conoscitivo con il corpo docente, mi ero scontrata con la nuova maestra di matematica che si ostinava a definire mio figlio disabile e fastidioso. La dirigente scolastica, così, ha deciso di ridurle le ore in quella classe. Inasprita, tramite la rappresentante di classe, anch’essa docente, ha aizzato i genitori che, sulla chat di classe, hanno organizzato il piano. Ne ho avuto conferma da una mamma, la quale ha ammesso che in quella chat è partito l’accordo, seppur senza costrizioni. Mi sono sentita trafitta da cotanta cattiveria da parte di adulti che dovrebbero rappresentare l’esempio per i bambini”.
La madre dell’alunno ha affermato di aver scritto subito un esposto alla Procura dei minorenni di Catanzaro per violenza psicologica aggravata ai danni di un minore, rendendo partecipe anche il Garante per l’Infanzia, Antonio Marziale, che ha avviato un’istruttoria. E aggiunge: “Procederò legalmente per difendere i diritti di mio figlio, di tutti i bambini che subiscono ingiustizie e le famiglie non hanno gli strumenti o il coraggio per ribellarsi”.
“Ho sempre creduto nell’istituzione scolastica come luogo di edificazione morale. Ma, purtroppo, in un momento in cui si ribadisce il ruolo fondamentale della scuola nell’educazione delle nuove generazioni, ho avuto la prova che, talvolta, di concerto con alcuni genitori, determinati insegnanti si rilevano promotori di azioni di inciviltà umana”, ha sottolineato dispiaciuta la madre.
E conclude: “A parte gli insegnanti di italiano e immagine, il silenzio assoluto. Anche della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, alla quale ho inviato una diffida, chiedendole l’accesso agli atti. A breve sarà convocata in procura”.
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