Studente lo colpisce al volto: il prof se ne va da scuola per la pena lieve
Ha provocato più danni morali che fisici il pugno sferrato dall’allievo sedicenne, della scuola media convitto Carlo Alberto di Novara, al professor Luigi Sergi, 57 anni, insegnante di educazione artistica, dopo che questi gli aveva negato il permesso di andare al bagno. A distanza di poche settimane il docente, messo ko dal violento pugno dato dall’allievo straniero, preso atto della punizione piuttosto mite inflitta allo studente dal consiglio di classe, ha deciso di abbandonare in anticipo l’insegnamento. Ma più che lo shock per la violenza subita, il docente ha lamentato poco solidarietà e comprensione dai colleghi insegnanti.
“A scuola non ci torno. Come posso rientrare in una classe dove c’è un ragazzo che mi ha preso a pugni e minacciato di morte?”. Il professore ha puntato il dito contro i colleghi, che non si sono avvalsi della norma, introdotta dall’ex Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni, ed estesa ulteriormente dall’attuale Ministro Mariastella Gelmini, che permette nei casi di violenza o bullismo più eclatanti e reiterati di allontanare gli studenti colpevoli anche per tutto l’anno scolastico. Facendo scattare, in pratica, l’automatica bocciatura se non altro per il voto insufficiente in condotta e la molto probabile insufficienza in più di una materia. Invece l’istituto ha scelto di punire il giovane con 15 giorni di sospensione. Una linea ‘morbida’ che per il docente colpito è stata interpretata come una beffa. “A cosa serve? Dovevano scegliere tra me e lui – ha detto Sergi – avevo chiesto un provvedimento esemplare e invece è stata presa una decisione inutile ed inadeguata. Questo ragazzo è già stato sospeso parecchie volte. Secondo certi colleghi bisognava tacere tutto, l’importante era salvare l’apparenza. Sinceramente mi aspettavo solidarietà maggiore dal mondo della scuola, invece si risponde solo con la burocrazia. La mia scuola mi ha dato un altro pugno, quello del ko. Il provvedimento dei 15 giorni di sospensione nessuno dei miei colleghi me lo ha comunicato, ecco perché lascio”.
Nei giorni scorsi della vicenda si era occupato anche il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che durante la trasmissione Questa domenica’ (Canale 5) aveva espresso la sua solidarietà all’insegnante invitandolo a “continuare per quei ragazzi cui ha fatto molto: professore, mi raccomando – disse Gelmini al docente collegato telefonicamente – questo episodio non vanifichi la sua opera e il suo impegno verso gli studenti e verso la scuola”. Un incitamento che evidentemente non è bastato a colmare l’amarezza.