Un’altra morte in alternanza scuola lavoro. Con tutte le cautele del caso, dato che le indagini sono appena iniziate e non possiamo giungere a conclusioni affrettate circa la dinamica dei fatti, i come e i perché, raccogliamo le proteste che si sono sollevate in queste ore sul fronte sindacale, a partire dalla CUB Scuola, che attraverso la voce del suo coordinatore nazionale Natale Alfonso osserva: “Il ministro Bianchi ha dichiarato di aver appreso con dolore della tragedia. Lo invitiamo a riflettere sul concetto di scuola affettuosa che gli è tanto caro e registriamo che questa volta ha mostrato il buon gusto di non promettere l’apertura di un inutile tavolo per la sicurezza, come aveva fatto dopo la morte dello studente Le Noci. Da quel fantomatico tavolo, ovviamente, non è sortito alcun provvedimento concreto”.
“Nel solo 2022 è il terzo studente che muore durante uno stage aziendale – fa notare il sindacato – un dato inaccettabile così come è inaccettabile la strage che si consuma quotidianamente sui posti di lavoro e che in quest’anno conta già 1.080 vittime”.
Una protesta che mira a rimettere in discussione l’utilità del Pcto così come attualmente è concepito: “La scuola non deve preparare al lavoro disponibile (scarso, precario, insicuro e sottopagato) ma deve piuttosto proporsi come luogo di organizzazione delle conoscenze, formazione di coscienze critiche, educazione all’affermazione dei diritti civili e sociali. Perciò – conclude Natale Alfonso – ogni forma di alternanza scuola lavoro, comunque denominata, deve finire“.
Alla protesta si aggiunge Nicola Fratoianni (Verdi Sinistra): “Rabbia e dolore, per una morte assurda e inaccettabile.Non si può morire di lavoro. Non si può morire di lavoro a 18 anni durante uno stage scolastico. Dopo Lorenzo a gennaio e Giuseppe a febbraio, ora piangiamo il terzo studente morto in pochi mesi durante un, cosiddetto, percorso formativo. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con l’educazione e la formazione.”
“Aboliamo – conclude Fratoianni – queste forme di sfruttamento mascherate e restituiamo valore, sicurezza e dignità ai nostri giovani.”
“Catapultare i giovani in luoghi di lavoro altamente rischiosi è il segnale di una superficiale visione del rapporto tra mondo del lavoro e mondo dell’istruzione pubblica. L’alternanza scuola-lavoro non può essere considerata un “rito di passaggio” né lo strumento per permettere alle aziende di testare i propri eventuali, futuri dipendenti. Il mondo del lavoro presenta delle complessità che l’alternanza scuola lavoro non sembra prendere in considerazione”. Così Enzo Maraio, Segretario nazionale Psi e Luca Fantò, referente nazionale Scuola.
E anche loro chiedono che “la pratica del PCTO, introdotta con la legge 107 del 2015, venga rapidamente riformata. Questo dovrà essere il primo compito del prossimo Governo”.
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