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Studente morto durante il Pcto, Giuliani: “Attività da non eliminare, ma il prossimo Ministro riveda le regole sulla sicurezza” – PODCAST

Intervenuto a Radio Cusano, nel consueto angolo del direttore di oggi, 19 settembre, Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, ha parlato dei temi scottanti relativi alla scuola: la morte dello studente travolto da una lastra di ferro nel Veneziano nell’ambito delle attività di PCTO, e il tanto sospirato rinnovo del contratto scuola.

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Ecco il commento a caldo del nostro direttore: “Non si può non cominciare dalla morte del 18enne durante un’attività prevista dal PCTO. Risulta difficile anche semplicemente parlarne. Ricordo che è il terzo incidente del genere in pochi mesi. Ciò dovrebbe far riflettere. Si spera siano fatalità. Si dovrebbe fare di tutto per evitare che questi giovani si trovino in un contesto di pericolo di qualsiasi genere. Non si può morire così a 16-17-18 anni. Credo sia opportuno andare a rivedere le regole che portano alla stipula di convenzioni. I ragazzi non devono essere inseriti in una catena di montaggio, collocati nella produttività”.

L’appello al prossimo Ministro dell’Istruzione

Ecco cosa, secondo Giuliani, dovrebbe essere fatto per prevenire ulteriori tragedie come quella che si è consumata qualche giorno fa, la terza simile solo nel 2022: “Proveniamo da anni particolari: senza esperienza i ragazzi non possono essere sottoposti a questi pericoli. Il prossimo Ministro dovrà rivedere le linee guida sul fronte della sicurezza dei PCTO. Non credo che si possa arrivare a cancellare, abolire queste esperienze scuola-lavoro, che negli istituti tecnici sono essenziali. Ma ripeto, non possono più ritrovarsi in contesti così pericolosi studenti che la mattina si alzano per andare a scuola. Mettiamoci nei panni delle famiglie che ora piangono un figlio. Non ci sono parole”.

Il direttore della Tecnica della Scuola ha riflettuto sul fatto che queste vicende sembrano accadere più raramente nel Mezzogiorno: “Accade non a caso al Nord perché c’è un contesto di produttività, di aziende che si mettono a disposizione delle scuole. Ma ciò non significa che si devono stravolgere le regole delle convenzioni e portare in catena di montaggio i ragazzi. Su questo il Ministero deve essere ferreo, rigido, e non permettere più che ciò accada. Non aspetterei nemmeno la fine dell’anno scolastico. Non vorrei essere retorico ma parliamo della vita di ragazzi, che non possono essere messi così allo sbaraglio”.

In ogni caso è stato ricordato, durante la trasmissione, che ancora occorre fare luce sulla triste faccenda e soprattutto sulle sue cause e sui suoi responsabili: “Rispettiamo l’iter delle indagini e speriamo fortemente che non ci siano responsabilità da nessuna delle parti. Premesso questo, ribadisco l’esigenza di spingere nel fronte della tutela degli studenti”, ha detto Giuliani.

Contratto scuola, situazione ormai paradossale

Successivamente Giuliani ha ribadito che una delle priorità del prossimo esecutivo deve essere, senza ombra di dubbio, il rinnovo del contratto scuola: “C’è da attendere la formazione del nuovo Governo dopo le elezioni. A quel punto credo e spero che una delle priorità sia quella di chiudere un contratto riguardante il periodo 2019/2021. Si deve andare a chiudere un contratto ormai chiuso da un anno. E poi portare nuove risorse con la Legge di Bilancio per il 2022/2024”.

Risulta paradossale che in Lettonia si vada sottoscrivere un contratto con aumenti medi simili ai nostri con oltre 20mila docenti che avevano aderito allo sciopero di oggi, abrogato in seguito all’accordo. Rammarica il fatto che la scuola è uno dei pochissimi comparti della PA che non ha il proprio contratto collettivo nazionale. Ricordo anche in quel contratto, e questo è il nodo principale della questione, ci sono diverse regole da attualizzare, che hanno necessariamente bisogno di essere revisionate, anche alla luce della pandemia. Credo che i sindacati debbano far avere questi soldi; ci sono in ballo almeno 2mila euro di arretrati lordi a dipendente. Il tempo della contrattazione è finito, nel frattempo abbiamo dei dipendenti che hanno stipendi più vicini a quelli di un impiegato. I 100 euro lordi, che diventeranno circa 70 euro netti, e quindi a fine anno circa un migliaio a dipendente, vanno assegnati il prima possibile”, ha concluso Alessandro Giuliani nel corso del suo intervento a Radio Cusano.

Redazione

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