Sono quattro le persone iscritte nel registro degli indagati per la tragica morte del 18enne Giuliano De Seta, lo studente del’Itis Leonardo da Vinci di Portogruaro travolto da una matrice d’acciaio di quasi due tonnellate all’interno di un’azienda meccanica di Noventa di Piave.
I quotidiani locali hanno scritto che si tratta di L.B., amministratore unico della Bc-Service, la ditta in cui il giovane stava effettuando lo stage; A.M.Z., la dirigente scolastica dell’istituto frequentato dal giovane, che è anche firmataria del contratto di stage; il docente tutor dell’istituto scolastico, responsabile del Pcto di quella classe; infine, un responsabile della sicurezza della Bc-Service.
Tra gli indagati, potrebbe rientrare anche il tutor aziendale, al momento il titolare ricopre il ruolo “ex lege: è il lavoratore che si sarebbe dovuto occupare della formazione del giovane durante lo stage.
Si tratta, per i ruoli che ricoprivano, di atti praticamente dovuti: tutti, adesso, dovranno difendersi dall’accusa di concorso in omicidio colposo, contestata dal pubblico ministero.
L’autopsia del ragazzo si svolgerà venerdì 23 settembre all’ospedale di San Donà di Piave e verrà affidata ad un medico incaricato dalla Procura di Venezia: vi assisteranno i consulenti della famiglia e dei quattro indagati.
Al termine, la magistratura rilascerà il nulla osta per i funerali, che dovrebbero svolgersi all’inizio della prossima settimana, ipotizza l’Ansa.
Nel frattempo, il dibattito si accende. E anche le proteste. L’Unione degli Studenti ha convocato lo sciopero studentesco per il prossimo 18 novembre.
“È il terzo caso in meno di un anno in cui questo modello di scuola uccide uno studente – afferma Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale Uds – senza nessun intervento da parte della politica che continua a non tutelare i lavoratori sul posto di lavoro e ad ignorare la proposta di abolizione dell’alternanza scuola lavoro che da mesi viene portata nelle piazze studentesche”.
“Come Unione degli Studenti abbiamo lanciato una settimana di mobilitazione in tutta Italia, da Milano a Napoli, passando per Genova e Perugia – continua Alice Beccari, responsabile della comunicazione – per ribadire che episodi come questo non sono più accettabili, che l’alternanza scuola lavoro deve essere abolita, a favore dell’istruzione integrata che si svolga fuori dalle catene di produzione, con una cambiamento della didattica tutta”.
“Nei prossimi giorni, a partire dal 23 settembre con le piazze di Fridays for future continueremo a mobilitarci in tante altre piazze per ogni vittima innocente, contro questo sistema colpevole”.
Gli studenti rivendicano “l’abolizione dei PCTO e di ogni forma di alternanza scuola lavoro e una riforma dell’intero sistema scolastico”.
“Noi le proposte le portiamo avanti da tempo – conclude Chiesa – e sono riassunte nel manifesto della scuola pubblica che abbiamo pubblicato mesi fa: quanto ci vuole perché la politica ci ascolti?”.
Non tutti, però, chiedono la cancellazione delle esperienze di Pcto. C’è chi invoca l’attivazione di stage nella massima sicurezza.
Come la Cisl, che chiede di non attuare “un uso strumentale dei fatti dolorosissimi che si sono verificati negli ultimi mesi per squalificare quello che può rivelarsi, se correttamente progettato e applicato, un valido strumento di formazione e di crescita”.
Se per il leader della Cisl, Luigi Sbarra “la tutela della vita viene prima di ogni cosa”, la segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha espresso il suo cordoglio sottolineando che questa disgrazia “riapre la discussione sulle regole per garantire la sicurezza nell’alternanza scuola-lavoro. È necessario – scrive nel suo tweet – aiutare le scuole e le imprese a stilare protocolli di sicurezza efficaci, non perdendo mai di vista la finalità formativa”.
C’è poi chi, come Massimo Iiritano, docente all’IIS Guarasci-Calabretta di Soverato e presidente dell’associazione “Amica Sofia”, sostiene che la crociata mossa contro i Pcto fosse addirittura un tradimento degli interessi degli stessi studenti.
In prima istanza perché, ha detto il docente, il Pcto permettono “di fare quello che alla scuola italiana da sempre si è chiesto invano: avvicinare la didattica alla realtà, la scuola alla società, le aule al mondo esterno”.
Il Pcto rappresenta quindi, per Iiritano, “una chiave di volta nella storia recente del nostro sistema educativo, che rischia oggi di essere spazzata via dalla solita campagna mediatica basata su un colossale fraintendimento e su una inaccettabile semplificazione”.
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