Come riporta il giornale locale Lacnews24 un grave atto di violenza è accaduto questa mattina, 6 maggio, a Rossano, in Calabria, quando un adolescente di terza classe ha aggredito un professore a scuola. Secondo quanto riportato, il giovane avrebbe colpito il docente con il casco, seguito da calci e pugni.
Il docente è stato rapidamente soccorso dai sanitari del 118, che hanno prontamente risposto alla chiamata di emergenza. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri del reparto territoriale, che hanno avviato un’indagine per determinare le cause e le circostanze dell’aggressione.
Come riporta La Gazzetta del Sud il ragazzo non era d’accordo con il voto che gli ha dato il professore e a fine lezione lo ha aggredito fuori dalla scuola. Il docente ha subìto diverse lesioni e aveva tracce di sangue sul volto quando è stato soccorso dal personale della scuola. Immediato l’intervento dell’istituto, che ha attivato, per il tramite della dirigente, tutte le procedure del caso, prestando immediatamente aiuto al docente e chiedendo l’intervento dell’ambulanza ed anche l’intervento dei carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano.
“L’istituto”, ha dichiarato la dirigente, “non si esimerà come ha già fatto nell’immediatezza del caso, ad avviare tutte le procedure previste dalla legge in casi di aggressione ai docenti”.
Proprio oggi abbiamo trattato il caso relativo ad una docente che rivendica il suo metodo che non prevede una valutazione numerica.
“Il giudizio è un peso. Posso assicurare che così in classe i miei studenti sono decisamente più felici. Un’emozione che ci permette di lavorare meglio e di essere più produttivi”, queste le sue parole. Ecco il suo metodo: “In classe ci sono interrogazioni o verifiche. Solo che al termine i miei studenti non ricevono una valutazione numerica per come le conosciamo solitamente noi, ma una valutazione sul raggiungimento cognitivo”.
“Utilizzo una tabella che è proprio definita dal metodo costruttivo. Ci sono vari parametri: se si riescono a fare dei collegamenti tra il fatto storico e il presente per esempio. O ricordare alcuni fatti storici precedenti. Metto una X ogni volta che raggiungono questo obiettivo. Ma è un metodo che cambia a seconda della classe. Nelle classi prime alla fine di ogni quadrimestre utilizziamo queste tabelle. Nelle seconde invece attiviamo una valutazione formativa. Gli studenti così si autovalutano da soli”.
“Ennesimo episodio di una lunga catena che non sembra aver termine. Non è possibile che andare in classe per fare il proprio dovere, sia diventato addirittura un rischio fisico per gli insegnanti. È necessario che tutta la società apra una riflessione per capire come si sia arrivati a questo punto. Forse questo clima è figlio della concezione di una scuola trasformata in una sorta di parcheggio dove gli alunni debbano essere soddisfatti come clienti e dove vige il rifiuto di qualunque misurazione del merito. L’equivoco sta nell’avere introdotto il concetto demagogico del ‘diritto’ al successo formativo, confondendo il concetto della scuola democratica che deve invece essere la garanzia dell’uguaglianza dei punti di partenza, non di quelli di arrivo”, così in una nota il Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti Rino Di Meglio in merito all’aggressione.
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