Sta generando molte discussioni la lunga lettera-sfogo dello studente milanese neo diplomato che si è scagliato contro il sistema scolastico e, in particolare, i docenti. Ci sono stati dirigenti e professori che hanno espresso il loro parere, ma anche altri studenti. È il caso di A.C. di Ladispoli (Roma) che ha inviato alla redazione della Tecnica della Scuola una risposta al suo coetaneo, chiarendo che nonostante ci siano tanti problemi, per lui diplomarsi ne è valsa la pena.
Ecco la lettera integrale.
Sono un neo maturato da un liceo scientifico e sì, per me ne è valsa la pena. Ho ascoltato l’esperienza di molti studenti, compreso quello a cui rivolgo la mia lettera, che vivono e hanno vissuto la scuola con un’ansia e un timore anormali. Invito tutti a fare un passo indietro e a tenere a mente coloro che si sono suicidati nei bagni delle nostre università. Compiere un passo del genere non è e non può essere considerato una “crisi giovanile”. Per uccidersi bisogna esserne convinti. Accogliamo la testimonianza di questi studenti come un fatto, ma ricordiamo anche l’altra campana. La mia esperienza a scuola non è stata come la loro: dopo il mio esame ho pensato “si, ne è valsa la pena”. Anche io ho provato la loro ansia, e anche io sono stato schiacciato per molto tempo, ma il mio percorso scolastico ha dato senso a quell’ansia e a quel timore. Dopo il diploma sono rinato forte delle mie capacità e pieno di speranze per il futuro, sicuro di me stesso come non mi era mai capitato di essere.
Certo, il mio percorso può essere definito “brillante”, ma non posso certo prendermi tutto il merito. Ho avuto semplicemente la fortuna di essermi innamorato del sapere e di avere avuto dei professori degni di questo amore. Io sono un testimone. Ho visto compagni grattare con le unghie la spiaggia del 60/100, ho visto compagni studiare per inerzia, ho visto compagni meritevoli essere scartati per i loro modi e il loro carattere, ho visto studenti rubare voti con la pena e l’inganno. Ho visto professori svogliati lasciarci alla deriva, ho visto professori incapaci di credere che un manganello basti per tutto, ho visto professori pretendere passione dagli studenti ed essere loro stessi annoiati dalla materia. Non dimenticherò tutto questo. Ma ho visto questo, e ho visto delle rare gemme darmi fiducia nello Stato. É per queste gemme che bisogna chiedersi “davvero sterminerai il giusto con l’empio?”
Non rimpiango la fatica e la paura, rimpiango coloro che, svogliati, ci hanno lasciato al nostro destino senza curarsi della nostra preparazione e del nostro carattere. Ringrazio coloro che, a martellate, hanno forgiato la mia disciplina e il mio senso di giustizia. Rimpiango coloro che rubavano il loro stipendio, e coloro che ci assillavano con i loro attacchi di isteria; ringrazio coloro che mi hanno reso libero, e che più che professori sono stati Maestri.
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