Non solo gli insegnanti, ma anche il dirigente scolastico: sono i pubblici ufficiali sui quali chiedono di indagare i familiari del ragazzo di quindici anni che si è suicidato Senigallia, con la pistola d’ordinanza del padre, perché probabilmente vittima di atti di bullismo condotti in modo continuativo da tre compagni dell’istituto alberghiero da lui frequentato.
Come avevamo annunciato, mercoledì 6 novembre assieme all’avvocato Pia Perricci, la famiglia di Leonardo Calcina ha incontrato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara consegnandogli un dossier composto da documenti sulla vicenda, anche inediti, e sul dramma che si è venuto a determinare fino al suicidio.
Tra i documenti consegnati al numero uno del Mim, alcuni punterebbero il dito proprio sul preside della scuola che era frequentata dal giovane marchigiano: l’ipotesi è che anche il dirigente, come gli insegnanti ai quali il ragazzo aveva probabilmente rivelato il dramma che stava vivendo, non avesse operato al meglio per tutelarlo.
La legale – scrive l’Ansa – ha spiegato che una parte del colloquio rimarrà riservata, su richiesta dello stesso Valditara che, stando a quanto riferito, si è detto “d’accordo con noi che una scuola non deve badare al buon nome della scuola, ma alla buona istruzione e soprattutto deve tutelare i ragazzi e non l’immagine della scuola”.
La legale ha aggiunto che “è stato un incontro molto costruttivo” e che con i familiari del ragazzo suicida ha “depositato al Ministro dei documenti inediti che” lei stessa ha “ricevuto: tra questi anche delle lettere anonime“.
I familiari del ragazzo hanno riferito che Valditara “ha assicurato che non si fermerà: andrà fino in fondo, fino a quando non avrà tutte le delucidazioni del caso” per capire se ci sono state “omissioni da parte dei docenti”.
Nel corso dell’incontro la famiglia di Leonardo ha confermato al ministro la volontà di chiedere “una legge denominata Leonardo Calcina, contro il bullismo, con la quale introdurre, in ogni scuola di ordine e grado, una materia obbligatoria finalizzata al riconoscimento delle emozioni e al confronto costruttivo”.
L’incontro tra la famiglia del ragazzo suicida e il ministro dell’Istruzione e del Merito si è quindi concluso con l’impegno di un aggiornamento reciproco su eventuali sviluppi.
Nel frattempo, come avevamo già scritto, il fascicolo aperto per istigazione al suicidio è passato alla Procura dei minori, perché quella ordinaria non ha ravvisato reati penali. Un passaggio obbligato a fronte della denuncia presentata dai genitori del ragazzo che coinvolge tre minorenni, compagni di classe del quindicenne.
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