Continua tenere banco la vicenda della studentessa che nel corso dell’interrogazione on line si mostrata particolarmente preparata e per questo motivo costretta dal docente a bendarsi per garantire di non leggere dietro allo schermo. La domanda che più di qualcuno si è posto è la seguente: nella scuola moderna ha ancora senso parlare di nozionismo? A porre il dubbio è stato anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
Parlando mercoledì 14 aprile a Timeline, su Sky TG24, il leader Anp ha detto che “una valutazione a occhi bendati ha senso se voglio vedere se lo studente ricorda qualcosa a memoria”, ma poiché “ci si deve evolvere verso una scuola in cui l’aspetto nozionistico, anche se presente, non è fondamentale” il giudizio sull’accaduto non può essere positivo.
“Quello che conta – ha detto Giannelli – è ciò che sappiamo fare con ciò che sappiamo, non che sappiamo a memoria le declinazioni e poi non riusciamo a tradurre un brano. Bisognerebbe cercare di evolvere verso questa situazione, questa maturità”.
“Finché non lo faremo avremo questi episodi, che chiaramente io non condivido da ex docente”, ha sottolineato il sindacalista.
Giannelli ha quindi detto che “non si possono trasferire in una situazione di didattica a distanza dei metodi tipici della didattica in presenza, in particolare della verifica in presenza”.
“Abbiamo il mito dell’interrogazione” tradizionale e questo deve fare riflettere, ha detto il numero uno dell’Associazione nazionale presidi.
“C’è un’esigenza culturale di aggiornamento di tutto il personale docente, servono risorse per farlo. Tanti docenti, a spese loro, magari si mantengono aggiornati, ma ci possono essere docenti che da questo punto di vista sono meno aggiornati”. E rimangono ancorati a rituali superati.
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