Studentessa bendata: Flashob studenti a viale Trastevere contro la DaD [VIDEO INTERVISTE]

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Dalla nostra corrispondente a Roma

Tutti bendati, “per denunciare gli episodi di umiliazioni durante le interrogazioni e le verifiche in DaD”. Così stamane si sono presentati gli studenti davanti al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere a Roma, per un flashmob convocato dalla Rete degli Studenti Medi, dopo il caso della studentessa 15enne del liceo statale C. Montanari di Verona che, sospettata dall’insegnante di barare durante un’interrogazione orale in didattica a distanza (DaD), è stata costretta a bendarsi per proseguire la verifica.

A seguito della vicenda, l’ufficio scolastico regionale del Veneto ha avviato accertamenti. “Il caso del liceo Montanari di Verona non è un caso isolato: ci benderemo simbolicamente per esprimere solidarietà alla studentessa, ma soprattutto per denunciare i malfunzionamenti e le storture sempre più evidenti della didattica a distanza”, dichiara Federico Allegretti, coordinatore della Rete degli Studenti Medi.

“Questa è solo la punta dell’iceberg, chiediamo che vengano presi dei provvedimenti immediati ma soprattutto che venga ripensato l’intero sistema-scuola che, durante la Dad, ha reso manifeste a tutti le sue carenze strutturali”.

“Le accuse che leggiamo sui giornali locali sono gravissime”. Lo afferma Marilena Grassadonia della segreteria nazionale di Sinistra Italiana sulla vicenda su cui il vicepresidente della commissione Cultura di Montecitorio Nicola Fratoianni ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al governo. 

“Quanti ragazzi/e bullizzati/e e umiliati/e in questi anni – prosegue la responsabile diritti&libertà di SI – non hanno avuto la forza di andare avanti lasciando la scuola o peggio togliendosi la vita? Quante storie dobbiamo ancora leggere prima di agire? Oggi diciamo grazie al coraggio e alla determinazione di questi studenti/esse che ci ricordano che essere se stessi/e significa sempre essere dalla parte giusta.

“Per loro – conclude Grassadonia – pretendiamo rispetto. Non possiamo accettare insegnanti che giudicano e agiscano in base a proprie convinzioni personali. Non arretreremo di un millimetro fino a quando non sarà fatta luce”.

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