Ha contorni quasi kafkiani la storia della studentessa di un liceo lodigiano che nel febbraio del 2023 scopre di essere ammalata di sclerosi multipla.
A quel punto la scuola attiva un percorso di istruzione domiciliare ma solo il 30 maggio predispone un piano didattico personalizzato.
Si arriva allo scrutinio finale e la ragazza viene bocciata con 4 insufficienze; francese, matematica, italiano e storia.
La famiglia si rivolge immediatamente al TAR che nella prima udienza, tenutasi a settembre, censura la decisione della scuola e impone alla scuola di ammettere la studentessa alla classe successiva, seppure con riserva e in attesa della decisione definitiva.
Secondo il giudice amministrativo la scuola non avrebbe considerato adeguatamente la situazione complessiva della studentessa e, soprattutto, non avrebbe messo in atto tutte le misure di recupero che avrebbero potuto consentirle di superare le difficoltà.
La ragazza, così, inizia l’anno 2023/2024 nella classe successiva a quella frequentata in precedenza.
Pochi giorni fa nuovo colpo di scena: il TAR Lombardia, con sentenza definitiva, annulla la bocciatura.
Nei prossimi giorni il consiglio di classe dovrà decidere se promuovere o meno la studentessa, ma, soprattutto, dovrà predisporre un piano personalizzato per consentire alla studentessa il regolare prosieguo del suo percorso scolastico.
La vicenda richiama la necessità, per le scuole, di prestare la massima attenzione nella valutazione degli alunni che, per i più diversi motivi, hanno bisogno di particolari attenzioni o di misure compensative o dispensative previste dalla legge 170 del 2010.
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