Ancora episodi spiacevoli che hanno luogo a scuola, episodi che dimostrano come il rapporto tra genitori, o comunque parenti degli studenti, e docenti, sembra essere incrinato in molti casi. Dopo la triste vicenda che ha coinvolto un docente di diritto, Vincenzo Amorese, all’Istituto Maiorana di Bari, aggredito dal padre di un’alunna alla quale ha messo una nota in condotta, ecco un altro caso in cui una studentessa, dopo aver ricevuto un provvedimento nei suoi confronti, decide di tutta risposta di far intervenire i parenti, che accorrono a difenderla.
Come risolvere il problema del cyberbullismo?
La vicenda è alquanto contorta. Tutto è accaduto, come riportano Il Messaggero e TgCom24, a Latina, al Liceo Scientifico Ettore Majorana. Qui, nel primo mese di scuola di quest’anno, ci sono stati numerosi episodi di cyberbullismo e di violazione della privacy dei docenti, uno dei quali è stato ripreso a sua insaputa e sbattuto sui social.
Il preside, Domenico Aversano, è così corso ai ripari, con una circolare che vieta l’uso dei cellulari in classe, sulla scia di quanto deciso al liceo Malpighi di Bologna. “Il cellulare al mattino vada depositato in una apposita scatola per venir ripreso all’uscita, o comunque con il permesso del docente, se ad uso didattico”, si legge nel documento, diffuso venerdì scorso, 14 ottobre.
Nel weekend c’è stato un vero e proprio tam tam nelle chat tra studenti e genitori, arrabbiati a causa del divieto, sfociato in una vera e propria protesta il lunedì successivo, ieri, 17 ottobre. Docenti e personale scolastico si aspettavano una reazione del genere: “Siamo consapevoli di essere, con alta probabilità, impopolari, ma siamo anche convinti che la scuola debba recuperare l’aspetto della socializzazione e il rispetto dell’altro. Siamo anche consapevoli che il Majorana si è distinto sempre per il fatto di andare controcorrente e allora inizieremo la salita”, hanno riferito.
Molti studenti si rifiutano così di consegnare i propri dispositivi nel corso della prima ora di lezione. Dopo poco però cedono. Tutti tranne una studentessa, che continua a ribellarsi.
Tutto per un cellulare
Questa esprime preoccupazione sulla custodia del proprio telefono, chiedendosi cosa succederebbe se venisse rubato. Non ricevendo una risposta per lei adeguata la ragazza continua a rifiutarsi di consegnarlo, ottenendo un totale di tre note nel corso della mattinata. Alla fine, secondo la ricostruzione, dopo essere stata ricevuta dalla vicepreside, che l’ha ascoltata, scoppia in lacrime e decide di “chiamare rinforzi”.
Dopo poco si presenta a scuola suo fratello con due amici chiedendo di parlare con il preside. Questo si rifiuta di accoglierli senza appuntamento e li invita a tornare in un secondo momento. La situazione però degenera: i parenti della ragazza vogliono un chiarimento nell’immediato, volano parole grosse e scoppia letteralmente il caos. Interviene addirittura la polizia per placare gli animi.
Le forze dell’ordine identificano i presenti, poi raggiunti dallo stesso padre dell’alunna. Quest’ultimo proferisce, secondo quanto ricostruito da Il Messaggero, parole “irriguardose e irripetibili”. Resta da vedere come si risolverà la vicenda, dopo di cui probabilmente scatteranno delle denunce.