Attualità

Studentesse e docenti donne “spogliate” dalla app Bikinioff, i casi aumentano: la Procura dei minori di Roma apre un’inchiesta

L’ultima moda dei nativi digitali presenta dagli aspetti decisamente inquietanti: parliamo dell’utilizzo sempre maggiore dell’applicazione Bikinioff, che crea automaticamente dei nudi falsi ma decisamente realistici. In pratica, donne, spesso assai giovani, vengono immortalate vestite attraverso delle fotografie scattate dallo smartphone; in una seconda fase vengono “spogliate” attraverso l’applicazione; infine, la nuova immagine, con la ragazza privata dei vestiti, viene collocata all’interno di chat o siti a sfondo sessuale. L’ultimo caso del genere si è verificato in una scuola superiore di Latina, dove tre studenti giovanissimi, tra i 14 e i 15 anni, hanno preso delle foto di due compagne per poi foto-ritoccarle con Bikinioff: le foto sono state quindi collocate e condivise attraverso chat e social network e, in poche ore, sono diventate virali all’interno dell’istituto scolastico. A quel punto, partite le denunce, la Procura dei Minori di Roma ha aperto un’inchiesta sull’episodio.

La vicenda è diventata pubblica, quando martedì 5 marzo degli amici e il fidanzato di una delle due ragazze si sono posizionati fuori dalla scuola per chiedere spiegazioni ai tre ragazzi autori della manomissione delle immagini.

A quel punto, un docente dell’istituto ha allertato le forze dell’ordine, che – scrive l’Ansa – una volta sul posto hanno sequestrato i telefoni degli autori del fotomontaggio, ascoltando passo dopo passo i presenti per ricostruire gli eventi.

Anche le famiglie delle due giovani sono state informate di cosa stava accadendo, e alcuni genitori hanno depositato una denuncia circostanziata al comando provinciale dei carabinieri, che ha aperto la strada dell’inchiesta affidata alla Procura dei Minori di Roma.

Non è la prima volta che accade un fatto del genere a Latina. Nel 2023, alcuni studenti della città laziale, iscritti e frequentanti però un altro istituto scolastico, “spogliarono” virtualmente le compagne per poi condividere le immagini non veritiere.

Anche una docente molto giovane scoprì alcune foto manipolate e poi addirittura pubblicate su un sito web pornografico.

Il problema è che i casi di questo genere si stanno moltiplicando e con l’intelligenza artificiale rischiano di diventare ancora più facilmente realistici e gestibili da ragazzi senza scrupoli che, utilizzando una semplice app, non si rendono conto che trattano compagne e docenti donne in modo a dir poco distorto e irrispettoso. Oltre che a cacciarsi nei guai, perché questi comportamenti rappresentano dei veri e propri reati perseguibili a livello anche penale.

Alessandro Giuliani

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