I lettori ci scrivono

Studentesse in attesa di un bambino: la vita umana va difesa

Leggo sulla sua testata l’articolo “Studentesse che restano incinte. Che fare?” e vorrei, se me lo concede, esprimere il mio parere.
Da docente non mi è mai capitato, personalmente, di avere studentesse in situazioni del genere, ma da attivista pro-life ho incontrato molte ragazze giovani, anche minorenni, in attesa di un bambino. Giustamente ci si pone il problema.
Concordo con quanto scrive l’autore dell’articolo, non si tratta di un’opinione, bensì di dato scientifico acclarato dalla biologia: la vita umana inizia dal concepimento e l’embrione non è un grumo di cellule ma un essere vivente appartenente alla specie umana. L’aborto altro non è se non un procedimento che interrompe la vita del bimbo, il suo battito del cuore, presente a 20 giorni, quando la madre ancora non sa di essere incinta.
Questi sono i fatti. Partendo da qui, la domanda è duplice: come comportarsi nel singolo caso e come prevenire?
Di fronte ad una giovane ragazza, magari minorenne, quando ho avuto occasione nella mia attività di volontariato, ho agito in questo modo: ho prospettato le varie possibilità legali per non commettere l’omicidio del bimbo.
Le espongo qui:
1) portare a termine la gravidanza, tenere e riconoscere il bimbo ( anche in assenza di un padre disponibile a fare altrettanto);
2) ricevere il sostegno ( economico e psicologico e medico)dei centri di aiuto alla vita presenti in tutta Italia;
3) partorire in ospedale e affidare al tribunale l’adozione per vie legali;
4) extrema ratio, partorire e lasciare il piccolo in una culla per la vita, presente presso diverse strutture ospedaliere.

Qualche volta sono riuscita ad aiutare chi era incerta e disperata, qualche volta no. Spesso chi si mette di traverso sono i genitori e alcune volte i servizi sociali. Quando però si riesce a far capire che la gravidanza inattesa non è la fine del mondo, ma un nuovo inizio, tutto cambia: anche i genitori riluttanti poi, di fronte al piccolo del quale diventano nonni, perdono la testa!
Per quanto riguarda la prevenzione: non sarà la contraccezione la soluzione alle gravidanze precoci! Non esiste sicurezza al 100% nei mezzi di controllo delle nascite.
La prevenzione, a mio avviso, è remota, e noi docenti possiamo fare moltissimo, ma di più la famiglia, prima e insostituibile agenzia educativa.
Sono fermamente convinta che la letteratura sia il mezzo privilegiato per far scoprire alle giovani generazioni la bellezza della vita, il rispetto di sé, della vita nascente, dell’amore inteso come grande valore: quanto ci insegnano poeti e scrittori ! Omero, Saffo, Seneca, Dante, Shakespeare, Manzoni… per citare i primi che mi vengono in mente. Scelta di brani mirati alla scoperta della propria anima e del proprio cuore, alla meraviglia del proprio corpo, allo sviluppo delle proprie potenzialità come essere umano, fanno molto di più che un’informazione selvaggia e tecnica legata a mezzi contraccettivi.
L’essere umano ha bisogno di amore e ricchezza interiore, il docente ha un mondo infinito da offrire.

Vittoria Criscuolo
Vicepresidente “ Pro-life insieme “ www.prolifeinsieme.it

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