A livello globale l’integrazione dei soggetti più deboli, siano questi provenienti da situazioni socio-economiche non rosee o affetti da disturbi di apprendimento, passa sempre attraverso una coerente predisposizione di fondi per tali attività. Questi non solo garantiscono la presenza di personale altamente qualificato, ma anche l’adoperarsi di strutture, attività e laboratori utili all’integrazione della popolazione scolastica in difficoltà. Per gli studenti affetti da disabilità motorie le problematiche si allargano ben oltre le mura scolastiche: le famiglie ricevono un supporto sociale ed economico limitato e dei servizi sempre minimi, tra cui il trasporto e le attività integrative. I paesi nord-europei risultano i più virtuosi, mentre altre realtà faticano a trovare fondi utili: è il caso del Regno Unito – il quale è stato colpito anche dalla crisi del cemento obsoleto per le scuole – e l’Australia – che vede la quasi totale assenza dei fondi per via dell’eccesso di privatizzazione del settore educativo.
Presidi e insegnanti affermano che i finanziamenti per sostenere gli studenti con disabilità sono “tristemente inadeguati”, con le scuole che dirottano risorse da altre aree dei loro budget per soddisfare le loro esigenze. Una nuova indagine nazionale condotta su 15.000 presidi e insegnanti riporta che solo l’11% dei presidi ritiene di avere risorse sufficienti per supportare i bisogni educativi degli studenti con disabilità. Alla domanda su quali risorse mancassero, l’80% dei presidi ha affermato di aver bisogno di ulteriore assistenza in classe, e più della metà ha indicato come carenti più insegnanti, supporto specialistico e sviluppo professionale. Quasi il 20% dei presidi intervistati nell’indagine dell’Australian Education Union ha affermato di non avere “strutture igieniche adeguate”, mentre circa la metà ha affermato di non disporre di spazi di apprendimento adeguati per accogliere gli studenti con disabilità.
L’importo medio dei finanziamenti che i presidi stanno riallocando da altre aree per sostenere gli studenti con disabilità è quest’anno di 158.000 dollari australiani, un aumento del 20% negli ultimi 12 mesi. Ciò equivale a quasi 1 miliardo di dollari se calcolato in media nell’89% delle scuole australiane. Il preside di una scuola elementare del Queensland ha riferito attraverso il sondaggio che uno studente cieco nella scuola non poteva avere un insegnante che lo aiutasse a meno che non fosse finanziato attraverso il budget operativo. Un altro nello stato ha riferito che a un bambino affetto da autismo con evidenti problematiche di natura verbale sono state assegnate solo sei ore di aiuto insegnante quando ne richiedeva 30 ore, che la scuola ha finanziato deviando altre risorse. In Italia l’impiego di insegnanti di sostegno ha in genere un doppio impatto: da una parte figura la necessità di personale altamente qualificato, dall’altra il personale docente in graduatoria – seppur formato in altre discipline – ha la necessità di essere impiegato. In Italia uno studente su venti è affetto da disabilità; sono oltre 338.000 gli studenti interessati.
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