Categorie: Generico

Studenti appassionati di scienza, ma senza illusioni

Pur essendo appassionati di scienze i nostri ragazzi non credono che il suo apporto serva a risolvere i problemi del mondo: il dato emerge dall’indagine “Percezione della scienza ed educazione scientifica nelle scuole”, curata da Adriana Valente e Loredana Cerbara dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma.
Lo studio, presentato il 27 maggio a Roma, ha coinvolto più di 500 ragazzi della capitale e della sua provincia che hanno partecipato all’iniziativa “Scienziati e studenti all’Auditorium”, organizzata dall’Ufficio Stampa del Cnr in collaborazione con Auditorium Parco della Musica di Roma, Eni e assessorato alle Politiche della Scuola della Provincia di Roma.
Dall’indagine risulta che i nostri adolescenti non hanno fiducia nell’uso delle tecnologie per risolvere i problemi ambientali, ma sono comunque ottimisti sugli sviluppi della robotica. Ritengono inoltre che le decisioni sull’applicazione delle conquiste della ricerca spettino in primo luogo agli scienziati.
I giovani delle scuole medie superiori intervistati dal Cnr hanno come principale canale di informazione scientifica la scuola e vorrebbero che tale funzione fosse potenziata: giudicano poi difficile lo studio delle materie scientifiche, lamentano la mancanza di concretezza dei libri di testo e vorrebbero più potere decisionale nelle attività di laboratorio. Anche internet e tv rappresentano comunque delle fonti importanti da cui ricavare informazioni scientifiche. 
Riguardo al percorso scolastico, sia maschi sia femmine giudicano lo studio delle materie scientifiche complicato (per circa il 52,7%), ma anche interessante (80%). I giovani, però, non pensano che lo studio della scienza stimoli a considerare nuove prospettive di lavoro (risponde sì solo il 31,2, con un +6% dei maschi), né che sia utile nella vita quotidiana (ne è convinto meno del 30% degli studenti senza differenze rilevanti tra maschi e femmine). Se si chiede loro quanto lo studio di tali discipline abbia influito concretamente nella loro vita, si conferma che solo il 37,6% è stato spinto a occuparsi di più della propria salute, con 8 punti percentuali in più per i maschi.
Sugli sviluppi e le ricadute delle scoperte scientifiche, i giovani dimostrano anche grande cautela, soprattutto le studentesse. Interpellati sulla applicabilità della clonazione, i maschi sono più ottimisti (35,6% contro 29,6 delle femmine), mentre le ragazze sono più preoccupate e pessimiste (34,5% contro 29,1%), oltre che più attente ai rischi sociali. Sulla robotica si dice ottimista il 69,3% dei maschi e il 60,4 delle femmine, mentre sull’inquinamento gli ottimisti sono il 16,4% dei maschi e il 15,7% delle femmine. Sono sempre le ragazze a sostenere con maggiore convinzione che spetti agli scienziati la decisione sull’utilizzo delle scoperte scientifiche: 70,3% contro 59,4% per la clonazione; 50,8% contro 47,5% per l’inquinamento. Nella robotica il 55,1% dei ragazzi contro il 48,4% chiede che a deliberare in materia siano gli esperti del settore o la comunità allargata dei ricercatori (50% contro 40,4%).
Ma i ragazzi come vedono i ricercatori? Per il 33% del campione a spingerli è la passione innata, per il 31% la curiosità intellettuale, per il 19% il desiderio di aiutare gli altri, per l’11% l’interesse economico e, solo per il 6%, il prestigio. E’ proprio questo quadro a luci e ombre, probabilmente, a renderli scettici ma in qualche misura articolati nelle risposte. 
Quando si chiede agli studenti se vorrebbero diventare ricercatori, il 63,8% dei maschi e il 59,8% delle femmine dice di sì e il 58,9% dei ragazzi e il 55,3% delle ragazze ritiene di esserne capace. Ma ben l’89,4% degli studenti e l’83,3% delle studentesse sottolinea che per diventare ricercatore occorrano sacrifici e che, seppure valga la pena di affrontarli (74,2% maschi e 80,3% femmine), si tratta di una professione (per il 57%) poco pagata.
Per tornare alla formazione scolastica, è negativo il giudizio degli studenti sui manuali nei quali, per quasi metà del campione (47,8%), manca chiarezza sul rapporto tra ‘globale’ e ‘locale’: si prospettano cioè situazioni allarmanti, ma non si dà alcuna indicazione al singolo su come intervenire. I libri scolastici, inoltre, non parlano dell’utilizzo concreto della scienza e della tecnologia (43%) e non danno spiegazioni dettagliate e complete (lo sottolineano il 43,3% dei maschi e il 35% delle femmine).
Anche sull’attività di laboratorio le valutazioni non sono positive. Questa modalità didattica diverte molto il 33,1% dei ragazzi e abbastanza il 52,1% e sono le femmine ad apprezzarla maggiormente (+8,1%). Nel 70% dei casi il lavoro è organizzato in gruppi e questo piace a ragazze e ragazzi; quello che convince meno è l’impostazione della lezione: il fatto che il docente esegua l’esperimento e la classe si limiti a osservare e prendere appunti (lo lamenta il 47%) e soprattutto che i risultati dell’esperimento siano già noti (51,2%) e che l’insegnante assegni i problemi da risolvere (30,3%).
I giovani chiedono insomma maggiore autonomia, lamentando di non poter elaborare le ipotesi da verificare (43,5%) né decidere liberamente le attività da svolgere (83,9%). Nonostante i suoi limiti, il principale canale di informazione scientifica per i ragazzi rimane la scuola (16,6%), seguita da internet (14,6%), dalla televisione (14,4%), dai quotidiani (10,6%), dalla famiglia (9,6%) e dagli amici (7,8%).
Quando si chiede poi quale strumento vorrebbero fosse potenziato, i giovani mettono al primo posto la scuola (16,7%), seguita dalla tv (16,6%) e al terzo posto, a pari merito, i musei e mostre (12,1%). Gli studenti interpellati si ritengono più interessati che informati e le tematiche che più li appassionano sono lo spazio, la clonazione e gli studi sul cervello. Chissà se il Ministero, nei prossimi mesi chiamato a rivedere il curricolo dei percorsi formativi delle superiori, terrà conto di queste indicazioni. 
 
 
 
Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Anzianità di servizio nella mobilità d’ufficio, è necessario equiparare i punteggi con la mobilità volontaria per non infrangere la 1999/70/CE

La direttiva europea, specificatamente la 1999/70/CE, interviene nella clausola 4 a ricordare che per quanto…

23/11/2024

Posizioni economiche Ata, pubblicate le prime Faq del Ministero

Sono stati pubblicati sul sito del Ministero i primi 15 quesiti relativi alle posizioni economiche per assistenti e…

23/11/2024

Flc Cgil annuncia terzo presidio (26 novembre) in vista dello sciopero del 29 contro la legge di bilancio

La Flc Cgil annuncia il terzo presidio, il 26 novembre, in vista dello sciopero di…

23/11/2024

Landini sbotta sulla scuola: lo sciopero del 29 novembre per salari bassi, troppi precari e docenti intimiditi – VIDEO IN ESCLUSIVA

Invece di investire sulla scuola, questo Governo pensa a tagliare sul personale e non solo:…

23/11/2024

Valutazione alunni primaria: allo schema di OM non mancano critiche, anche sindacali; ma c’è chi dice che le scuole potranno ricorrere alla propria autonomia

Sullo schema di Ordinanza Ministeriale in materia di valutazione degli alunni della scuola primaria sul…

23/11/2024

A Roma scuole al gelo, guasti ai riscaldamenti negli istituti di tutta la città

Continuano i disagi nelle scuole di Roma. Dal 15 novembre, giorno previsto dall’ordinanza del sindaco…

23/11/2024