La proposta era davvero allettante per uno studente (praticamente la maggior parte di quelli iscritti in tutte le scuole) che in certe materie zoppica o potrebbe andare meglio: appunti e ottimi riassunti delle lezioni, temi ed esercizi risolti, versioni tradotte alla perfezione, sino a delle perfette tesi di laurea e a qualsiasi altro materiale che possa tornare utile alla carriera scolastica di giovani iscritti a qualsiasi scuola, da quella dell’obbligo fino all’università.
A fornire tutto questo materiale scolastico era un’organizzazione che operando su internet approfittava della scarsa preparazione, e tanta ingenuità, dei ragazzi per proporre soluzioni a compiti e problemi a pagamento.
A condurre i militari sulla strada giusta sono stati i troppi contratti di acquisto dei contenuti scolastici stipulati da minori: la Finanza ha calcolato che in oltre 12 mila le fatture emesse dalle aziende telematiche che andavano a costituire un giro d’affari di oltre 1 milione e 300 mila euro. I giovani studenti venivano attratti per mezzo di messaggi promozionali realizzati ad arte: il primo contatto avveniva con la messa a disposizione di un numero verde gratuito, cui però seguivano una serie di operazioni che introducevano gli inesperti studenti a stipulare, senza nemmeno renderseno conto fino in fondo, un contratto di acquisto del materiale per un importo base di 145,80 euro. A quel punto la trappola on line aveva centrato l’obiettivo. Morale ai nostri ragazzi malcapitati: anche su internet, come nella vita, quando non conoscete l’interlocutore che promette soluzioni facili ai problemi sarebbe meglio diffidare.