Il sottosegretario Davide Faraone sostiene che la scuola è degli alunni, ma forse è il caso di precisare che i prof non sono una proprietà degli studenti, nè tanto meno lo sono della scuola e del dirigente scolastico; senza dimenticare che i giudizi che gli studenti hanno dei loro prof sono ben noti a tutti ed a volte corrono anche attraverso il web.
Rispetto all’idea che ha il sottosegretario Faraone sulla scuola e sul rapporto tra prof e studenti, diciamo più ragionevolmente che la scuola è un servizio svolto a favore degli studenti e che i professori sono, o almeno dovrebbero essere, degli esperti della propria disciplina, che hanno il compito di facilitare l’apprendimento e lo sviluppo delle competenze degli studenti.
Ma dire che la scuola è degli alunni e che la valutazione e la reputazione del docente deve passare dal giudizio degli studenti, sembra essere eccessivo, e forse anche una forzatura. Uno studente può esprimere senz’altro un suo soggettivo gradimento nei confronti di un docente, ma ciò non significa che possiede gli strumenti per una valutazione seria ed epistemologica.
L’indagine critica sulla valutazione di merito è una cosa seria e non può essere ridotta alla sola percezione che hanno gli studenti dei loro prof. Lasciamo che i giudizi degli studenti sui prof, rimangano, come d’altronde sono, a livello di pettegolezzo di corridoio scolastico. A volte tali pettegolezzi sui prof oltrepassano, anche con l’appoggio dei genitori, la porta della dirigenza, al fine di condizionare l’operato del docente e la sua valutazione.
Altre volte invece gli studenti o addirittura i genitori degli studenti sfogano le proprie contestazioni, scrivendo su facebook o sul gruppo della classe di wathsapp considerazioni diffamatorie sui prof.
Bisogna sapere che diffamare un professore nell’esercizio delle sue funzioni, anche su queste applicazioni mediatiche come facebook e watsapp, si configura come reato. Offendere la dignità e la reputazione altrui, in presenza di più persone è punito dalla legge e precisamente dall’art.595 del codice penale. A tal fine è utile ricordare la sentenza della Corte di Cassazione n.15367 del 3 aprile 2014 in cui il giudice asserisce che l’offesa rivolta all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale deve avvenire alla presenza di più persone; deve essere realizzata in un luogo pubblico o aperto al pubblico; deve avvenire in un momento, nel quale il pubblico ufficiale compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni. Quindi attenzione cari studenti, non date troppo ascolto a quanto sostiene il sottosegretario Faraone; i vostri giudizi sui prof, soprattutto se negativi ed offensivi, teneteli riservati per voi e non diffondeteli troppo in giro, potreste incorrere in brutte sorprese.