Cosa succede se si catapulta un’intera classe in un’aula virtuale? Cosa serve per rendere formativo e fruttuoso l’utilizzo di una piattaforma digitale?
Ha raccontato la sua esperienza ad “agenda digitale” Daniela Di Donato docente di lettere ed animatore digitale.
Del resto, l’introduzione nella didattica tradizionale di nuovi strumenti digitali è uno degli obiettivi del Piano Nazionale della Scuola Digitale (PNSD), presente su quattro delle azioni previste nel più vasto programma (in particolare le #4, #8, #9, #10). Un programma deputato a colmare il divario tecnologico ancora esistente rispetto diversi altri Paesi.
Così come l’obiettivo per una scuola 2.0 è quello di saper armonizzare ed integrare strumenti nuovi con la didattica standard, perché l’innovazione funga da supporto e da facilitatore e non da sostituito del docente.
Condurre gli studenti “nativi digitale” in un ambiente virtuale, afferma la Di Donato, non è cosa facile perché occorre “trasferire i nostri studenti, senza che perdano la loro identità o ne acquisiscano una completamente diversa”.
La piattaforma individuata “Learning management system” consente la condivisione di risorse, la pubblicazione di materiali, la comunicazione on line, la classe virtuale. Un mondo che “se non fosse che è digitale, il nuovo ambiente non dovrebbe poi richiedere competenze così diverse da quelle necessarie a scuola” afferma la docente.
Dopo aver richiesto tutte le dovute autorizzazioni ad accedere visto la minore età degli studenti (ingresso e iscrizione alla piattaforma, pubblicazione di audio e di video, condivisione dati), il passo successivo è quello di creare l’ambiente come se fosse vero, quindi si scelgono le foto da pubblicare nel profilo, si crea un messaggio di benvenuto e di presentazione.
Si tratta di pochi passaggi, utili e necessari per tuffarsi nel mondo del virtuale. Il quale, ricordiamo, richiede un linguaggio essenziale, poche parole usate bene per la loro personale presentazione al resto dell’aula virtuale. Dopo che tutti avranno completato il rito di inizializzazione ed avranno effettuato i passaggi necessari per l’accesso alla piattaforma finalmente si può dare il via al nuovo “luogo di apprendimento”.
Un consiglio che la Di Donato si sente di dare a tutti i docenti nel caso che qualche studente tarda ad entrare è di” sollecitarlo con dolcezza, ma senza lasciare spazi di fuga. Utilizzate i messaggi in piattaforma, ma rigorosamente privati, per evitare il pubblico rimprovero che farebbe ottenere l’effetto contrario”.
Da qui è facile che il nuovo strumento possa riservare importanti cambiamenti nel comportamento degli studenti, quello di solito riservato può diventare ad esempio come “un petardo a capodanno”.
Inoltre, anche se l’aula virtuale è di fatto un “professore digitale h 24”, è importante limitarne l’utilizzo in orari decisamente più consoni, per esempio può essere utile non rispondere alle richieste di supporto oltre le 22, fissare quindi delle regole per non cadere nella difficoltà di autoregolazione dei ragazzi del contesto internet.
Ma alla fine si può scoprire come la piattaforma può diventare una grande maestra per tutti i docenti
“Alcune dinamiche come queste descritte”, afferma l’autrice dell’articolo “ i docenti possono controllarle quasi meglio in piattaforma; ci danno l’occasione di riflettere su come gestire analoghe relazioni in classe.
Occorre rispondere sempre, mantenere vive le discussioni aperte, far vedere si è sempre presenti e osservatori di tutto quello che avviene all’interno della piattaforma e soprattutto è importante mantenere viva la piattaforma, perché come tutti i siti è fondamentale non dare l’impressione che sia stato abbandonato.
Altro aspetto fondamentale è quello di dare il ritmo, la gestione del tempo, perché il mondo del digitale non perdona, tiene traccia di tutto, di quante volte sei entrato nella piattaforma, cosa hai fatto, quanto tempo l’hai utilizzata. Tutto è tracciato!
“Preparate un’attività capovolta, una esperienza di apprendimento avvincente e motivante, non banale e sfidante, collaborativa, che non duri più di due o tre settimane: pensate bene le istruzioni, le scadenze, scrivetele chiaramente nello spazio online, parlatene in classe”.
Con organizzazione e metodo, l’esperienza non potrà che essere positiva.
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