I ragazzi di oggi stanno sempre più migliorando la capacità di lettura per navigare consapevolmente su Internet: è aumentato negli ultimi anni il know how che consente loro di orientarsi meglio rispetto al passato nel mondo sempre più digitalizzato in cui viviamo cosi come è aumentato anche il tempo di utilizzo degli strumenti digitali.
Questo è il quadro che emerge dal rapporto OCSE dal titolo “21st Century Readers: Developing literacy skills in a digital world” che ha esplorato in che modo gli studenti e le studentesse di 15 anni stiano sviluppando la capacità di lettura per navigare nell’era dell’informazione digitale. L’indagine è stata condotta in 79 Paesi mentre i risultati sono stati presentati durante un evento ospitato dalla Commissione europea.
La ricerca OCSE
La ricerca mostra che i sistemi in cui vengono trasmesse le competenze digitali hanno una percentuale più alta di studenti in grado di distinguere correttamente i fatti dalle opinioni quindi dimostrano una migliore capacità di orientarsi nella lettura mediante strumenti digitali.
Tuttavia, emerge anche che i Paese hanno ancora dei gap da colmare: solo la metà (54%) degli studenti dei Paesi Ocse, infatti, riceve insegnamenti adeguati a riconoscere se le informazioni online siano distorte e meno, mentre solo uno su dieci riesce a distinguere con efficacia i fatti dalle opinioni.
Secondo quanto riportato da Ansa, Il Rapporto afferma inoltre il quadro tra i Paese è oltremodo eterogeneo, infatti l’accesso degli studenti alle tecnologie digitali e la formazione su come usarle varia notevolmente a seconda dei Paesi e dal contesto socioeconomico.
Gli studenti provenienti da alcuni Paesi come Australia, Canada, Danimarca e Stati Uniti hanno quasi il doppio delle probabilità di ricevere una formazione su come rilevare informazioni distorte rispetto ai coetanei di Israele, Lettonia, Repubblica Slovacca, Slovenia e Svizzera.
Non è tutta rosea la situazione
Ad eccezione di Portogallo e Ungheria i ragazzi che vivono in contesti meno avanzati hanno ridotte probabilità di ricevere una formazione specifica sulla capacità di analizzare e saper convalidare le informazioni prese da Internet.
Il rapporto arriva nel momento giusto perché mai come in questo ultimo anno a causa della pandemia l’uso di Internet e degli strumenti digitali ha avuto un’importanza strategica per la nostra vita e il nostro quotidiano. Lo schermo del pc o dello smartphone sta diventando sempre la “finestra sul mondo” per questo è importare fornire gli strumenti utili e le corrette conoscenze ai giovani per garantire loro di navigare con la giusta consapevolezza e responsabilità. Lo ha confermato anche Mariya Gabriel, Commissario europeo per l’Innovazionela ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù ad ANSA,. “Questo è anche uno degli obiettivi chiave del Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027: adattare l’istruzione e la formazione all’era digitale, e garantire che i giovani abbiano le capacità e le competenze necessarie per vivere e svilupparsi in questo contesto”.
La lettura del contesto digitale richiede una valutazione continua e qualitativa delle fonti, la capacità di sapersi orientare tra contenuti che spesso possono essere ambigui e non facilmente distinguibili tra i fatti reali e quelle che invece sono semplici e personali opinioni.
Capacità di imparare a riconoscere le informazioni false o fuorvianti sono competenze necessarie per saper “leggere” il mondo digitale.
Il vasto mare di informazione a cui si accede con un semplice click, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, richiede infatti una maggiore selettivita’ nella lettura, oltre a una maggiore capacita’ di analisi del testo.
I giovani passano sempre più tempo su Internet
Gli ultimi dati “dicono” che il consumo online degli adolescenti è passato da 21 ore settimanali a 35 (rilevazione in PISA 2012 con dati del 2018.). Non pochi per quello non vanno lasciati soli considerando che si tratta quasi di un normale orario lavorativo di un adulto
I piu’ connessi sono i ragazzi danesi con 47 ore la settimana e sopra le 40 ore ci sono i 15enni svedesi, cileni e degli Usa. Gli italiani sono invece in questo caso esattamente nella media Ocse con 35 ore, quasi il doppio comunque rispetto alle 18 ore del 2012, e per 28 ore ‘navigano’ a casa e per le altre 7 a scuola.
La formazione è dunque elemento imprescindibile su tutta la popolazione e in misura maggiore tra i giovani che più di altri si “cibano” di Internet e usano sempre più il cellulare.
Consapevolezza, formazione, analisi critica. La scuola ha il compito di trasmettere queste conoscenze partendo dalle fasce più piccole di studenti.