Studenti sempre più “sregolati” e docenti con sempre meno autorità/autorevolezza, con genitori che svolgono spesso il ruolo di “sindacalisti” dei figli, senza porsi troppe domande.
E con situazioni che, spesso, finiscono nelle mani di avvocati che trasformano in questioni legali problemi che dovrebbero essere invece affrontati in chiave educativa.
Il problema della autorità/autorevolezza dei docenti è da sempre centrale nel dibattito pedagogico, ma non ha una risposta chiara e univoca, anche perché si intreccia con la visione complessiva del mondo e quindi risente dell’influsso del pensiero “politico” di chi dà la risposta.
Ciò che è certo che esiste oggi, forse più che in passato, una perdita di credibilità del ruolo educativo degli insegnanti.
Per capirne qualcosa di più abbiamo intervistato la professoressa Carmen Betti, già docente di storia della pedagogia a Firenze, che di recente ha curato la riedizione di un importantissimo libro del pedagogista Lamberto Borghi uscito per la prima volta nel 1951 che affronta, anche in chiave storica, questo problema. Il titolo del libro, scritto appunto più di 70 anni fa, è quasi profetico: Educazione e autorità nell’Italia moderna.
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