A Roma, appena la testa del corteo è partita, un gruppo di manifestanti si è staccato dal resto del gruppo, ma è stato immediatamente bloccato dalla polizia.
Sono intervenuti gli agenti in tenuta antisommossa, ci sono stati tafferugli, calci e spintoni. I tafferugli sono scoppiati perché uno spezzone del coordinamento autorganizzato, i cosiddetti ‘autonomi’, si è staccato con l’intenzione di raggiungere Palazzo Chigi. Ma è stato immediatamente bloccato dalle forze dell’ordine. Momenti di tensione anche quando un ragazzo con il volto coperto da una bandana è stato identificato dalla polizia.
“Nell’occasione sono stati fermati”, dice una nota della Questura, “2 minori che saranno affidati ai genitori, mentre altri 4 studenti sono stati identificati per le sanzioni previste dalla norma. Inoltre a seguito di perquisizione su un camioncino sono stati sequestrati 10 scudi in plexiglass”.
Il corteo degli studenti a Roma si è concluso, come previsto, davanti al Miur. I manifestanti, tra cui Unione degli studenti, Unione degli universitari e Rete della conoscenza, si sono dati appuntamento per il 29 ottobre con iniziative in tutta Italia contro le riforme del governo Renzi e per iniziare la campagna per il No al referendum.
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“Lanceremo un grande No costituzionale” dicono dall’Uds.
A Milano alcune migliaia di persone sono partite attorno alle 10 da largo Cairoli, per il corteo degli studenti organizzato contro il governo Renzi e la riforma “Buona scuola”. Alla manifestazione partecipano studenti dei licei milanesi ma anche militanti dei centri sociali e sigle sindacali e della Fronte della gioventù comunista. Il punto di arrivo è stato in via Ravizza.
Durante la manifestazione ci sono stati tensione, spinte e qualche schiaffo tra un gruppo di circa 50 anarchici e i militanti del centro sociale Zam e Lambretta. Gli anarchici hanno provato a entrare nel corteo ma i centri sociali li hanno respinti creando un vero servizio d’ordine per tenere uno spazio di sicurezza con la coda degli studenti. I due gruppi si sono fronteggiati alla partenza e all’altezza di via Mazzini ma non si registrano feriti. La situazione si è stabilizzata e il corteo è andato avanti: davanti al consolato turco è stato esposto uno striscione pro Kurdistan.
Gli studenti italiani hanno manifestato in oltre 100 piazze italiane contro il referendum costituzionale, dichiara Martina Carpani, coordinatrice nazionale Rete della Conoscenza, “perchè rifiutiamo le scelte accentratrici del governo e dichiariamo il nostro NO alla riforma costituzionale. Con un calo del 40% dei contratti di lavoro a tempo indeterminato, oltre 4 milioni di persone in povertà assoluta, oltre 100mila persone che nell’ultimo anno hanno abbandonato l’italia, è evidente il fallimento delle politiche del Governo che ha risposto agli interessi dei pochi e non dei nostri. Siamo la generazione più povera rispetto ai propri genitori dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Basta con la retorica del cambiamento vs conservazione. Renzi non ha cambiato nulla e non risponde affatto agli interessi dei giovani che dice di voler rappresentare. Lo dicono le statistiche, non i gufi. E’ arrivato il momento di tornare a decidere dal basso per i nostri interessi. Torneremo in piazza il 29 ottobre per l’inizio della campagna elettorale ed attraverseremo le strade ed i quartieri nelle prossime settimane per un NO popolare e diffuso.”
“Chi ha di più, decide di più. E’ sempre stato così nel nostro Paese”, afferma Francesca Picci, coordinatrice nazionale Unione degli Studenti. “Per questo oggi siamo in piazza per affermare che vogliamo tornare a decidere tanto nelle politiche che riguardano l’istruzione, portate avanti dal governo per deleghe in bianco, tanto nella visione di Paese che si porta avanti. Diciamo NO alla riforma costituzionale che permetterebbe al governo di cambiare con ancor più facilità le nostre scuole, devastare ancor più velocemente i nostri territori, rendere ancora più precarie le nostre vite. Non siamo troll, come dice Renzi, ma studenti con coscienza critica ed una precisa idea di cambiamento – dentro e fuori dalle scuole – opposta agli interessi dei soliti noti che il Governo promuove. Vogliamo un nuovo statuto delle studentesse e degli studenti, una scuola che non insegni lo sfruttamento fin dai banchi ed un Paese che non strumentalizzi i nostri sogni di futuro per gli spot elettorali, ma li promuova davvero”.
“Anche gli universitari sono oggi in piazza per il diritto allo studio e la democrazia” – dichiara Andrea Torti, Coordinatore Nazionale di Link – Coordinamento universitario – Perchè pensiamo che garantire l’accesso universale alla formazione universitaria significhi riaprire spazi di democrazia nel nostro Paese, contro la continua esclusione sociale e politica alla quale negli anni siamo stati relegati”.
Manifestazioni si registrano tra le varie città a Roma, Bologna, Trieste, Torino, Asti, Milano, Varese, Cagliari, Bari, Lecce, Taranto, Brindisi, Napoli, Catania, Messina, Pisa e Siena.
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