Attualità

Studenti di Parma in viaggio a Mostar, Sarajevo e Srebrenica per non perdere memoria di una guerra dimenticata troppo in fretta e ignota ai più giovani

Provare lutto per la morte di persone / che non abbiamo mai visto /implica una parentela vitale/ fra l’anima loro e la nostra / Per uno sconosciuto gli sconosciuti non piangono.

Oltre che all’ingresso del cimitero di Lampedusa, questi versi intensi e struggenti della poetessa americana Emily Dickinson li troviamo sul sito del Liceo Ulivi di Parma, nella sezione dedicata ai progetti delle classi.

Provare lutto e non dimenticare, fare in modo che la memoria umana si trasformi in una galassia senza confini, capace di ospitare, conoscere e trasformare in percorsi di pace tutto quello che di orrendo l’uomo ha saputo concepire nella sua storia.

Nasce così, a Parma, il viaggio della memoria che questa volta non è dedicato ai milioni di Ebrei vittime della barbarie nazista, ma ai morti e alla distruzione più recentemente causati – nella prima metà degli anni Novanta – dalla guerra nella ex-Jugoslavia, scoppiata dopo la dichiarazione di indipendenza della Bosnia a seguito del dissolvimento della ex Jugoslavia e del referendum del 1992.

Una settantina di studenti di cinque licei di Parma, in partenariato con l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea e grazie al finanziamento dell’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna, sono in questi giorni in Bosnia, un viaggio per preservare e trasmettere alle giovani generazioni la memoria. Tra Mostar, Sarajevo e Srebrenica, gli studenti recupereranno la memoria di una guerra che è avvenuta vicino a casa nostra, ha dichiarato una docente organizzatrice alla Gazzetta di Parma. La stessa professoressa aggiunge che per i ragazzi è sempre stata una guerra lontana ed è, dunque, sembrato significativo far vedere ai giovani una realtà che invece era una guerra geograficamente e cronologicamente più vicina, proprio per costruire una memoria di storia recente che ci racconta ancora una volta di quanto la pace sia precaria e di quanto vada difesa.

L’esperienza di quest’anno – conclude la docente – ha poi un valore aggiunto: andare a visitare una terra in cui si è combattuto, per rendersi anche conto del conflitto attuale, di cui i ragazzi stanno vedendo le immagini quotidianamente. Dobbiamo educare al fatto che la pace è una scelta e va costruita: noi docenti crediamo che questi viaggi servano a questo».

Un’iniziativa – sottolinea la Gazzetta di Parma – che si configura come un importante momento di riflessione collettiva e di presa di coscienza di un capitolo significativo della nostra storia recente e, non da ultima, come un’importante attività di formazione civica per le studentesse e gli studenti.

Gabriele Ferrante

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