Studenti di scuola primaria costruiscono un pianoforte digitale ad acqua
Il digitale a scuola, anche se lentamente, sta prendendo piede, con molti progetti di didattica che utilizzano strumenti di nuova tecnologia.
A tal proposito, vogliamo raccontare l’esperienza della scuola primaria “F.Ciusa” di Carbonia, seganlataci dal prof Antonello Zizi, docente di informatica in servizio a Cagliari presso l’IIS “M.Giua”.
Il progetto ha portato allla costruzione di un pianoforte digitale che ha come tasti dei piatti pieni d’acqua e che utilizza una scheda Arduino per interfacciarsi alla Lim nella quale risiede un programma (scritto ad hoc) in grado di decodificare i segnali di Arduino per trasformarli in vere e proprie note di pianoforte. Abbiamo intervistato l’ideatore del progetto, il prof Zizi, che ci ha parlato del pianoforte ad acqua
1) Come mai proprio un pianoforte ad acqua per un progetto di scuola primaria?
Quando l’insegnante Elena Cardinale mi ha chiesto di collaborare con lei e di proporre un progetto digitale che fosse diverso dal solito coding con scratch, ho cercato di immaginare un’attività che fosse alla portata dei bambini di scuola primaria e che allo stesso tempo permettesse loro di toccare con mano il mondo del digitale. Un pianoforte ad acqua mi è sembrato un progetto intrigante e completo in quanto avrebbe consentito di trattare algoritmica, elettronica e programmazione vera e propria, in un contesto molto vicino ai makers e allo stesso tempo in modo fantasioso e stimolante grazie anche alla componente musicale di gruppo.
2) Per i bambini sarà stata un’esperienza divertente. Come l’hanno vissuta?
I bambini, seguiti dalle loro insegnanti, hanno preso immediatamente confidenza con le attività del progetto. In pochissimo tempo hanno imparato a spellare cavi, a connettere i pin ad Arduino e a predisporre le connessioni con le resistenze elettriche che alimentavano i piattini pieni d’acqua. In parallelo le insegnanti hanno svolto una trattazione di argomenti teorici propedeutici al progetto che riguardavano i rudimenti dei fenomeni elettrici (con particolare attenzione agli aspetti inerenti alla sicurezza) e l’uso dei diagrammi di flusso nella rappresentazione degli algoritmi. Unire la trattazione teorica alla costruzione pratica dello strumento è stato per loro estremamente divertente e motivante. Il giorno conclusivo del progetto, quando mi sono recato presso la loro scuola per installare il software, le componenti hardware erano perfettamente assemblate e i giovani studenti erano impazienti di vederle e ascoltarle in azione. In quella occasione ho spiegato loro il funzionamento elettrico del pianoforte e l’interazione con il programma che doveva interpretare i segnali. Tutti hanno capito la logica di funzionamento e in tanti l’hanno voluta ripetere…
Il pianoforte in azione lo si può vedere (e sentire) cliccando su questo link:
3) Pensa che il Piano Nazionale Scuola Digitale in Italia possa garantire la svolta digitale di cui la scuola italiana ha bisogno?
Ritengo che il PNSD abbia il grande merito di aver orientato il focus verso una delle problematiche che la scuola italiana non poteva più ignorare. L’allineamento verso le attuali tecnologie digitali era sicuramente un primo passo da affrontare per migliorare l’efficienza di molte attività. Secondo il mio parere il PNSD ha inoltre il merito (ben più rilevante) di aver portato sul tavolo della discussione lo sviluppo (non solo negli studenti e nei docenti) del pensiero computazionale, nell’intento di migliorare la competitività dei futuri cittadini e di potenziare in loro abilità come quella del problem solving, capacità quest’ultima che oggi rappresenta un reale valore aggiunto ma che in futuro sarà sempre più preziosa.
4) Ha già in mente qualche altro progetto per la scuola primaria o anche per gli altri cicli d’istruzione?
Ho una lunga lista di progetti realizzati e un’altra di progetti da realizzare. Sono un docente di informatica e provengo dal mondo della ricerca e forse questo mi permette di vedere la scuola come un luogo dalle infinite potenzialità che hanno solo bisogno di essere stimolate (compito dei docenti) e sostenute (compito,credo, delle Istituzioni).