Si parla tanto dei problemi di inclusione degli alunni con disabilità, di inadeguata preparazione dei docenti di sostegno, di ore settimanali di didattica speciale al di sotto di quelle richieste dalle equipe psicopedagogiche, mentre poco si dibatte sulla mancanza di scuole strutturalmente adeguate ai bisogni degli allievi con problemi di deambulazione: su quest’ultimo punto, l’Istat ci dice, all’interno del rapporto sull’Inclusione scolastica degli alunni con disabilità 2022-2023 presentato il 2 febbraio, che appena il 40% degli istituti scolastici in Italia è accessibile ai ragazzi con disabilità motoria. Va ancora peggio al Sud, dove solo una scuola su tre dispone di un numero sufficiente di postazioni informatiche adattate per gli alunni con disabilità.
L’integrazione va poi oltre i problemi strutturali: ben 6 ragazzi disabili su 10 (7 su 10 al Sud) non possono infatti partecipare a gite scolastiche che prevedano pernottamenti.
Eppure cresce in modo sensibile il numero alunni con disabilità: gli iscritti con sostegno sono quasi 338 mila, pari al 4,1% del totale, con un aumento del 7% rispetto al precedente anno. Un dato che fa ancora più riflettere se si pensa che quello degli studenti complessivi è in caduta libera da anni, con oltre 100 mila iscritti in meno ad ogni avvio di annualità scolastica.
Buone notizie, invece, sul fronte dell’offerta di insegnanti per il sostegno, che hanno fatto registrare un incremento del 10% raggiungendo oltre 200 mila posti, di cui oltre la metà occupati da personale di ruolo.
Il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,6, è migliore di quello previsto dalla legge, solo che tra gli insegnanti di sostegno ben uno su tre non detiene l’attestato di specializzazione. Con il 12% di insegnanti annuali viene assegnato in ritardo.
Un pessimo segnale è quello sulla continuità didattica: ben il 60% degli alunni con disabilità cambia insegnante di sostegno ogni anno, il 9% addirittura durante lo stesso anno scolastico.
Ma chi sono gli alunni con disabilità? Nelle scuole italiane sono prevalentemente maschi, 229 ogni 100 femmine.
Per quale che riguarda i tipi di disabilità, quella intellettiva riguarda complessivamente il 37% degli studenti, quota che cresce nelle scuole secondarie di primo e secondo grado attestandosi rispettivamente al 42% e al 48%; seguono i disturbi dello sviluppo psicologico (32% degli studenti), che aumentano nelle scuole del primo ciclo, in particolare nella scuola dell’infanzia (57%).
Risultano frequenti anche i disturbi dell’apprendimento e quelli dell’attenzione, ciascuno dei quali riguarda quasi un quinto degli alunni con disabilità, entrambi sono più diffusi tra gli alunni delle scuole secondarie di primo grado.
All’attività motoria partecipa il 92% degli alunni con disabilità, senza differenze rilevanti sul territorio nazionale.
Discorso a parte, invece, per le attività sportive diverse da quelle rientranti nel piano della didattica curricolare, come per esempio le gare sportive: appena il 21% degli alunni con disabilità vi prende parte, con una partecipazione maggiore per le scuole medie (24%). Mentre al Meridione partecipa solo il 17%.
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