“Se i genitori hanno un basso livello di istruzione, un giovane su quattro abbandona precocemente gli studi e uno su 10 raggiunge il titolo terziario. Con almeno un genitore laureato, le quote sono, rispettivamente, meno di tre su 100 e circa sette su 10″. I dati – relativi al 2022 – sono contenuti nel report dell’Istat Livelli di istruzione e ritorni occupazionali.
Dall’analisi statistica viene confermato, quindi, che il lavoro è “difficile da trovare per chi abbandona gli studi, soprattutto nel Mezzogiorno”.
I numeri sono evidenti: il tasso di occupazione dei giovani che abbandonano gli studi è pari al 39%. In Italia, nel 2022, la quota di 18-24enni con al più un titolo secondario inferiore e non più inseriti in un percorso di istruzione o formazione è pari all’11,5% e tra il 2021 e il 2022 è diminuita di oltre un punto. Nonostante i progressi, il valore resta tra i più alti dell’Ue (la media europea è pari al 9,6%).
Nella stessa giornata, viene confermato anche il record di Neet sempre nel nostro Paese: in Italia, la quota di Neet sul totale dei 15-29enni, stimato al 19% per il 2022, quest’anno vola al 8,8%, che riassorbe il forte aumento determinato dalla crisi economica mondiale (26,2% nel 2014). Il valore percentuale nell’Ue è inferiore soltanto a quello della Romania (19,8%) e decisamente più elevato di quello medio europeo (11,7%), di quello spagnolo (12,7%), francese (12,0%) e tedesco (8,6%).
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