La memoria che la scuola, come luogo ed istituzione, si impegna a costruire non fa solo mero riferimento ai personaggi influenti della storia, della letteratura, delle arti e della filosofia che hanno fornito linee guida per interpretare la realtà e il presente ma anche a dei comuni docenti che – con accezione eroica – sono venuti a mancare per un crimine commesso nei loro confronti durante una lezione, una delle tante, che tenevano appassionatamente. Marc Bloch, celebre storico ed autore degli Annales nel 1933, descrive la memoria come un processo intellettuale ed identitario collettivo che fa fede alle persone comuni che ci circondano, la cui storia va tutelata e valorizzata. L’attacco alla scuola, prima con tagli, precariato ed estrema mobilità di un personale docente rimasto senza diritti, ora avviene anche a livello identitario: durante i tributi ai docenti uccisi in Francia da parte di due studenti nell’ultimo biennio, numerosi studenti non solo hanno disertato le celebrazioni e le esequie (propriamente un minuto di silenzio da osservare), ma anche osato disturbarle con schiamazzi e via dicendo. I provvedimenti per costoro non si son fatti attendere: un’espulsione definitiva per i casi più gravi (nella fattispecie 85) e sospensione per gli altri (ca. 500). La comunità scolastica nazionale tutta si è detta indignata; in particolare i docenti si sono comunque uniti nel ricordo dei colleghi prematuramente scomparsi nei vili atti ostili che li han visti vittima. Gli studenti si sono detti assolutamente distanti da tali fatti.
Sono stati 179 gli eventi di disagio registrati durante il minuto di silenzio tenutosi lo scorso 16 ottobre nelle scuole medie e superiori francesi in memoria di Dominique Bernard e Samuel Paty, docenti assassinati da due studenti nello scorso anno. Giovedì, il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che 454 alunni erano stati espulsi: 85 a tempo indeterminato, 322 a tempo determinato e 47 sospesi per una settimana. Gli 85 esclusi permanenti dovranno ora trovare scuole alternative. Per gli atti di protesta o di turbamento più gravi, come il reato di “giustificazione del terrorismo”, gli studenti erano già stati allontanati dalla scuola subito dopo lo svolgimento dell’omaggio ai docenti. Successivamente allo svolgimento dello stesso interrotto da condotte sgradevoli agli insegnanti, il ministro dell’Istruzione Gabriel Attal aveva promesso severe punizioni. “Ho preso l’impegno davanti al popolo francese di non lasciare nulla in sospeso, in nome della memoria di Dominique Bernard e Samuel Paty, e in nome del rispetto dell’autorità nella scuola. Inoltre, questi risultati senza precedenti ne sono la prova che stiamo davvero voltando pagina con l’atteggiamento del “non fare scalpore”, ha aggiunto. Dominique Bernard, insegnante di francese, è stata pugnalata a morte in una scuola di Arras il 13 ottobre di quest’anno, in quello che il governo ha descritto come un attacco terroristico islamico. L’insegnante di storia Samuel Paty è stato assassinato vicino alla sua scuola a Conflans-Sainte-Honorine, fuori Parigi, il 13 ottobre 2020 da un giovane estremista islamico. Paty aveva mostrato vignette del profeta Maometto in una lezione sulla libertà di espressione.
Successivamente all’assassinio di Giulia, il quale ha prodotto scalpore e molta indignazione nel grande pubblico italiano, il Ministro Valditara ha promosso un minuto di silenzio a tributo della scomparsa della giovane ragazza all’interno dei plessi scolastici. Sono stati centinaia, il 21 novembre scorso, a raccogliere l’iniziativa di Elena Cecchettin: no al silenzio assordante. Per ricordare Giulia e tenere alta l’attenzione al tema dei femminicidi gli studenti han fatto parecchio rumore, di fatto disertando il minuto di silenzio promosso dal Dicastero di Viale Trastevere. Chiavi, tamburi, megafoni, scrosciare di applausi, tutto affinché non fosse il silenzio a prendere il posto del rumore e dell’indignazione della comunità scolastica tutta. Questa l’iniziativa portata avanti dai licei romani: Morgagni, Tasso, Orazio con la solidarietà di Milano, ove gli istituti Manzoni, Carducci e Vittorini. Hanno accompagnato il rumore striscioni e fumogeni viola, per un’iniziativa non solo volta a ricordare la giovane ragazza barbaramente assassinata, ma nella fattispecie i femminicidi la cui frequenza risulta sempre più evidente. Il Ministro Valditara ha osservato il minuto di silenzio nel quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli insieme agli studenti dell’Istituto comprensivo 46 “Scialoja Cortese”, nel quale ha preso parte a numerose attività. Anche gli atenei, in particolare riferimento alla Statale di Milano, hanno riunito i comitati studenteschi “per un flash mob per ricordare Giulia, per dare forza alla sorella Elena e a tutte le persone a loro care. Invitiamo il mondo della formazione a partecipare, con un oggetto rumoroso e con un cartello da lasciare appeso sulle pareti della Statale, dove lasceremo una corona di alloro fuxia e una targa per ricordare Giulia e per tutti coloro che mancano tra noi”, come ha riportato ANSA.
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