Accesso abusivo a sistemi informatici, falsità materiale in atti pubblici, danneggiamento di archivi dello Stato: sono le pesanti accuse mosse a dieci studenti di un liceo scientifico di Grosseto, fra cui una ragazza, in base alle quali rischiano un processo davanti al tribunale dei minori di Firenze dove possono subire condanne da 1 a 4 anni di reclusione, anche se la pena sarà dimezzata per l’età.
I possibili reati sono stati ipotizzati dalla polizia postale e dalla procura minorile di Firenze, i quali hanno appurato che i giovani hanno ‘hackerato’ con un virus trojan il computer per entrare nel registro elettronico delle assenze scolastiche, modificando quelle nascoste ai genitori, e quindi non giustificate.
Sono stati scoperti e indagati dopo la segnalazione del dirigente scolastico. Secondo le indagini della Polposta di Grosseto – scrive l’Ansa – hanno preso un file trojan, come quelli usati per le intercettazioni, sul deep web o darkweb cosiddetto, il lato ‘buio’ di Internet dove si svolgono i peggiori traffici illeciti, non solo scambio di virus informatici.
A questo punto avrebbero potuto inviare una e-mail infetta ai professori. Invece hanno approfittato che un docente lasciasse incustodito il pc portatile per introdurre materialmente il virus.
Subito dopo hanno potuto risalire alla password e poi lavorare da casa sulla memoria del computer accedendo al registro di classe.
Del gruppo di studenti, due risultano in particolare gli abilissimi hacker che hanno agito con tanta perizia. Al punto che per circa un mese hanno cambiato la griglia delle presenze a scuola, eliminando assenze inconfessabili, finché il preside non si è accorto delle anomalie e le ha denunciato tutto.
A livello scolastico, gli organi collegiali hanno già prodotto alcune importanti sanzioni disciplinari, inviando una parte dei giovani ‘hacker’ ai lavori socialmente utili.
Parallelamente, continua l’agenzia di stampa, è stata anche avviata l’indagine penale.
Le intrusioni risalgono alla primavera 2019 e i ragazzi accusati risultano tutti promossi. Adesso il pm minorile ha notificato la chiusura delle indagini e va a chiedere il processo. Ma prima ci sono stati interrogatori da cui è emerso che le responsabilità sono diverse: tra loro c’è chi si è fatto togliere solo una o due assenze e c’è chi ha abusato per più date.
Solo gli studenti meno coinvolti nella “forzatura” del registro on line hanno accettato di essere interrogati.
La Polposta sottolinea che il gruppo, però, non ha sfiorato né pagelle né voti: una decisione che potrebbe far valere la difesa dei giovani, rimarcando che la loro è stata poco più di una goliardata.
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