L’istruzione in Italia non decolla: uno studente 15enne su quattro (il 23%) fa registrare scarsi risultati in lettura, matematica e scienze, contro il traguardo europeo al 2030 fissato al 15%; l’abbandono scolastico tra i 18-24 anni sfiora il 13%, mentre l’obiettivo europeo è scendere al più presto sotto il 10%; appena il 28,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni è in possesso della laurea, contro una media europea del 41,2%; sono ben 13 milioni gli italiani (il 39%) tra i 25 e i 64 anni con un basso livello di istruzione, appena superiore alla scuola media, mentre in Europa la media è pari quasi alla metà (solo il 20%).
I dati sulla povertà educativa del nostro Paese, davvero preoccupanti, non sono una novità assoluta e sono stati confermati da un’ampia ricerca realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani, presentata venerdì 31 marzo a Firenze durante l’assemblea nazionale.
Il Cng, alla luce dell’evidente ritardo in cui versa l’Istruzione in Italia, ha chiesto di creare i presupposti per “la creazione di un nuovo contratto sociale per l’Istruzione è tanto più urgente se si considerano le reti di disuguaglianze che perpetuano attualmente le esclusioni educative e sociali”.
“L’istruzione – si legge nelle conclusioni della ricerca prodotta dal Consiglio nazionale dei giovani – oltre a essere un mezzo per raggiungere la prosperità economica, è un bene sociale che inibisce lo svantaggio dei bambini poveri e migliora le condizioni di vita negli ambienti sociali ad alto rischio”.
Secondo il Consiglio nazionale dei giovani non vi sono dubbi: “l’aumento della povertà infantile in Italia mette a rischio le future opportunità educative. Prima del conflitto in Ucraina, 1,4 milioni di bambini nel nostro Paese vivevano in povertà assoluta nel 2021, pari al 14,2%, in aumento rispetto alla quota pari al 13,5% del 2020“.
È tempo di prendere provvedimenti: il Governo in carica, guidato da Giorgia Meloni, viene esortato a muoversi di conseguenza.
Numeri e percentuali simili a quelli riscontrati dal Cng sono stati riscontrati recentemente dal Rapporto Inapp 2022: dallo studio nazionale, denominato Lavoro e Formazione: l’Italia di fronte alle sfide del futuro e realizzato su 45mila cittadini dai 18 ai 74 anni, si evince che sono 11,7 milioni gli italiani che non si sono mai iscritti alle superiori, e in quasi 4 milioni di casi si sono fermati nel loro percorso di istruzione senza mai raggiungere il diploma di maturità.
Nel Rapporto è stato inoltre fatto notare che “nel 2021 la quota di italiani di età compresa tra 25 e 64 anni che ha conseguito il diploma di scuola secondaria di II grado era pari al 62,7%, incrementata di +0,9% rispetto al 2018 ma comunque inferiore di oltre 16 punti percentuali rispetto alla media UE27 (79,2%)”.
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