È tutt’altro che positivo il quadro che emerge da una indagine condotta da Nomisma sui comportamenti degli studenti a scuola e riportata da “Il Sole 24 Ore”. La pandemia, come prevedibile, ha influito in modo netto sui giovani e ciò è dimostrato dal loro atteggiamento in classe. Secondo i docenti sono cresciute ansia, indolenza, noia e comportamenti aggressivi, mentre sono diminuite attenzione durante le lezioni e interazione con i compagni. Gli insegnanti coinvolti, che vedono sempre più preoccupati la sorveglianza e la supervisione degli alunni, fanno parte di tutti i gradi di scuola.
Il quotidiano snocciola poi le percentuali dell’indagine. Per l’81% dei docenti ansia e stress sono aumentati in modo preoccupante, mentre il 78% sostiene che è diminuita l’attenzione in classe. Per 3 docenti su 4 sono aumentati comportamenti aggressivi, noia e indolenza tra gli alunni. I docenti, peraltro, si sentono sempre meno rispettati dai propri studenti (74%) e prova ne sono i continui casi di cronaca che si continuano a registrare in questi mesi. Questa percezione aumenta negli insegnanti con oltre 20 anni di esperienza.
Per il 71% dei docenti questi comportamenti degli alunni fanno parte dei rischi di questa professione, segno che non ci si sente abbastanza tutelati. La preoccupazione sulla sorveglianza degli alunni porta inevitabilmente a momenti di stress e fenomeni di burnout nel 42% degli intervistati.
Molti docenti, specie quelli più giovani, risultano impreparati sui rischi della inadeguata sorveglianza degli studenti, la cosiddetta “culpa in vigilando”, solo il 21% conosce le conseguenze per i soggetti coinvolti in sede giudiziale.
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