Attualità

Studenti in piazza a Milano tra cori e foto di leader politici bruciate contro “il governo neofascista di Meloni e Pcto”

Dopo le varie agitazioni studentesche scoppiate all’indomani del risultato elettorale del 25 settembre, che ha decretato la vittoria di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, come l’occupazione del Liceo Manzoni Milano, oggi, 7 ottobre, si è tenuto uno sciopero studentesco già annunciato contro il futuro Governo, che è ancora in formazione.

Come riporta l’Ansa, i ragazzi, circa 300, si sono dati appuntamento in Largo Cairoli, di fronte al Castello Sforzesco, per protestare. Già dalla mattinata di ieri sono comparsi striscioni all’ingresso di diversi istituti milanesi tra cui Agnesi, Tenca, Tito Livio e Varalli, in vista della mobilitazione convocata dalla Rete Studenti Milano sotto lo slogan ‘Non è un paese per giovani’.

Le ragioni dietro la manifestazione: “Dire no al governo neofascista di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, per dire no alle istituzioni politiche che non pensano agli studenti, e per dire no all’alternanza scuola-lavoro”. Lungo il percorso, terminato in Piazza Fontana, i ragazzi in corteo si sono seduti a terra e hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare gli studenti rimasti uccisi durante le ore di alternanza, tra cui Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli, e Giuliano De Seta.

“Saremo in piazza finché questo modello non sarà cancellato”, hanno affermato i manifestanti, riferendosi all’alternanza scuola-lavoro. Di seguito, il coro: “Per gli studenti uccisi non basta il lutto, pagherete caro, pagherete tutto”.

Vari slogan di una giornata di protesta

Arrivati in piazza Duomo, come riporta SkyTg24, i giovani hanno bruciato le foto della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e del premier Mario Draghi. Il tutto intonando cori molto provocatori, come “Chi non salta è la Meloni” e “Siamo una generazione queer e transfemminista, siamo per la pace e il disarmo”. Questo è ciò che si legge nei volantini del corteo: “Fascisti al governo; morti e sfruttamento in alternanza; repressione e carovita. Non stare a guardare: ribelliamoci!”. In altri manifesti, sotto la scritta “colpirne uno, colpirli tutti”, sono stati ritratti i volti di varie personalità tra cui Matteo Salvini, Enrico Letta e il sindaco Giuseppe Sala. “Fuori i fasci dalle scuole”, riportava uno striscione.

Il Giornale parla addirittura di un uso strumentale, da parte dei ragazzi, della questione relativa all’alternanza scuola lavoro come pretesto per compiere azioni ai limiti dell’anti-democrazia. Secondo questa testata è stato anche pianificato il “No Meloni Day“, con appuntamento il 18 novembre prossimo alle 9.30, in largo Cairoli a Milano.

Redazione

Articoli recenti

L’astensionismo si abbatte anche con l’istruzione

Secondo il radar Swg, che ha studiato gli esiti delle ultime elezioni regionali, scomponendo le percentuali…

22/11/2024

I docenti che criticano con forza la scuola rischiano la sanzione, Fracassi (Cgil): questo codice di comportamento pregiudica la libertà d’espressione

Intervista alla segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, a margine di un presidio organizzato il…

21/11/2024

Caso Raimo: un collegio dei docenti della provincia di Varese esprime la propria solidarietà

Con questa mozione, il Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Cassano Magnago (Va) intende…

21/11/2024

La resa al Governo dei sindacati non scioperanti

I sindacati della scuola che non scioperano il 29  novembre stanno dando un segnale di…

21/11/2024

Mobilità docenti 2025-2028, si procede passo spedito per una chiusura del CCNI entro fine mese. Il punto fatto dalla Gilda Insegnanti

La sindacalista della Gilda Insegnanti Antonietta Toraldo, che si occupa nello specifico della parte contrattuale…

21/11/2024