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Studenti italiani poco cauti su internet

Gli studenti italiani dovrebbero essere più diffidenti nelle loro “escursioni” su internet. Ad evidenziarlo è un sondaggio comparativo sul comportamento durante la navigazione on line di un gruppo di studenti romani e parigini svolto, in collaborazione con il progetto “Confiance”, dall’Istituto dei sistemi complessi (Isc) e dall’Istituto di struttura della materia (Ism) del Cnr di Roma all’interno del progetto Eden (Educazione didattica per la e–navigation).
Il dato giunge in corrispondenza dell’Eden-day, l’evento pubblico in programma il 12 febbraio promosso dalla Commissione Europea e dedicato alla sicurezza in rete dei ragazzi: accessibile tramite il portale http://eden.saferinternet.it, l’appuntamento si inserisce all’interno del “Safer internet day 2008”, la giornata promossa dalla Commissione Europea in cui in tutti i Paesi dell’Ue vengono organizzate iniziative pubbliche per richiamare l’attenzione sull’uso, da parte dei giovani, della rete e dei nuovi mezzi di comunicazione.
“Il progetto – spiega Luca Pitolli dell’Isc-Cnr, coordinatore di Eden – è nato proprio con l’obiettivo di sviluppare nei giovani una maggior consapevolezza rispetto all’utilizzo di internet, facendo leva sulla loro curiosità. Per fare questo ha costruito sul web una “stanza virtuale” (piattaforma wiki-wiki) ad accesso protetto, dove gli studenti possono incontrarsi tra di loro e/o con gli insegnanti, condividendo opinioni ed esperienze sulla navigazione. Propone, quindi,l’uso di strumenti collaborativi, favorendo in questo modo un’attività di gruppo, per l’elaborazione di contenuti che, una volta prodotti, sono visibili on-line e sui quali i ragazzi possono esprimere il loro giudizio. Tutto ciò incoraggia uno spirito di comunità virtuale che induce a pensare prima di agire”.
In questa quadro, fa riflettere la poca responsabilità dei nostri ragazzi durante l’accesso ad internet: ”il confronto tra studenti tra gli 11 e i 14 anni di Roma e Parigi, ha rilevato che la percentuale dei giovani parigini che ritiene la navigazione rischiosa supera del 25% quella dei coetanei della Capitale”, precisa Pitolli. “All’ombra della torre Eiffel, inoltre, i giovani mostrano una maggiore attitudine a coinvolgere un adulto in caso di situazioni problematiche (+40%). Un dato di sostanziale differenza riguarda anche i telefoni cellulari: quasi tutti i ragazzi italiani che hanno partecipato al sondaggio dichiarano di possederne uno, mentre estremamente più bassa (più del 50%) è la percentuale che riguarda i ragazzi francesi. Ultimo dato, questa volta fondamentalmente simile in entrambe le nazioni: non è particolarmente elevata (inferiore al 20%) la percentuale di coloro che dichiarano di aver ricevuto insulti o molestie online”.
Lo studio del Cnr acquista ancora più significato se associato ai risultati di una ricerca del centro “Minori e Telefonia Mobile”, condotta con circa 4.000 studenti e genitori: ebbene, sembrerebbe che un minore su quattro gioca on line con altre persone spesso estranee. Il gioco, a volte, avrebbe un seguito con incontri nella vita reale. Secondo lo studio, il 15% dei ragazzi usa il cellulare per fare video o foto da mandare in rete ed oltre il 70% degli studenti delle scuole superiori ha visto video girati a scuola con il cellulare. Da parte dei genitori emerge, poi, una diffusa ignoranza della possibilità di bloccare, ad esempio, sul cellulare dei figli l’accesso ai servizi a sovrapprezzo ed a contenuto sensibile, cioè erotico sessuale, spiega Isabella Poli, direttore scientifico del Centro Studi Minori e Media.
Alessandro Giuliani

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