Attualità

Studenti italiani somari in storia: lo dicono due ricercatori

Come se la cavano in storia gli studenti italiani?
Male, anzi malissimo, secondo due studiosi che hanno realizzato una interessante ricerca di cui danno ora conto anche sulla rivista on line Lavoce.info

La ricerca

A 254 studenti dell’università di Torino è stato sottoposto un elenco di 32 importanti eventi storici ed è stato chiesto loro di metterli in ordine, dal più antico al più recente.
Per esempio si tratta di indicare quale evento fra la bomba di Hiroshima e la battaglia dei cieli d’Inghilterra si collochi prima nella linea del tempo e bisogna distinguere i tempi della incoronazione di Carlo Magno da quelli del viaggio di Marco Polo.
Ordinando gli eventi in modo corretto si ottiene un punteggio normalizzato a 100. Per ogni evento collocato in modo errato si sottraggono tanti punti quanta è la “distanza” dalla sua collocazione corretta.
Per esempio, mettendo le Guerre puniche in terza posizione di perdono 2 punti, in quanto l’evento è il 5 in ordine di tempo, dopo la piramide di Cheope, la maschera di Agamennone (Micene), la costruzione del Partenone e Alessandro Magno.

Risultati deludenti

Il risultato è deludente, sostengono gli studiosi che hanno effettuato la ricerca (Pietro Garibaldi, ordinario di economia politica all’università di Torino e Eugenio Garibaldi, prossima laurea specialistica in economia e scienze sociali alla Bocconi di Milano): il punteggio medio è di 37 punti.
“Il nostro studente medio – spiegano i due ricercatori – sbaglia la collocazione di un evento di circa due posizioni. Inoltre, un terzo del campione non sa che l’evento più recente tra quelli proposti è la caduta del muro di Berlino e solo il 7 per cento degli studenti universitari commette meno di tre errori. Il periodo più buio pare essere quello relativo alla storia medioevale. La guerra dei trent’anni – l’evento più importante nell’Europa del diciassettesimo secolo – è pressoché sconosciuta allo studente medio. Stesso discorso per la guerra dei cent’anni, che lo studente medio colloca non lontano dal Rinascimento”.

Qualche proposta per il futuro

“Il test proposto – proseguono i due studiosi – permette di evidenziare lacune clamorose nella conoscenza della storia e nel senso del tempo. Riteniamo che un test simile debba divenire parte del sistema di valutazione Invalsi, e anche parte del sistema di valutazione internazionale elaborato dall’Ocse (Pisa)”.
Ma c’è di più: siccome la storia viene insegnata ininterrottamente per 13 anni in qualunque percorso scolastico, “è lecito chiedersi – sostengono Pietro e Eugenio Garibaldi – se il modo in cui lo si fa sia quello ottimale; sembra infatti che pochi mesi dopo l’esame di maturità i nostri studenti non siano nemmeno in grado di ordinare gli eventi più importanti lungo la linea del tempo”.
La conclusione dei due studiosi è impietosa: “Gentile ministra Fedeli non è forse il momento di pensare a metodi di insegnamento alternativi?”
 

Reginaldo Palermo

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