Studenti, l’ultima attrazione è il gioco d’azzardo
Non solo poco studiosi, con il bicchiere facile, appassionati della guida veloce e disimpegnati verso le responsabilità: ora i giovani italiani si scoprono anche amanti del gioco d’azzardo. La rilevazione arriva dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa a seguito di un’analisi accurata dei dati Ipsad-Espad 2007-2008. Dallo studio èmerso che circa il 40% degli studenti italiani alle scuole superiori, quindi poco meno di un milione di iscritti, dice di aver giocato con soldi almeno una volta nel corso del 2008. “Sono i ragazzi a giocare di più rispetto alle coetanee, il 52,6 contro il 28,8%”, spiega Sabrina Molinaro ricercatrice dell’Ifc-Cnr citando i dati dell’indagine Espad 2008 condotta dal suo istituto fra 45.000 studenti di età compresa fra i 15 ed i 19 anni.
Tra i giochi preferiti dai giovani di entrambi i generi risultano in pole position quelli tipo ‘gratta e vinci’, seguiti da Lotto, Supenalotto e simili. Tipicamente maschili, invece, i videopoker (ci hanno giocato almeno una volta il 14% dei maschi e il 4% delle ragazze) e le scommesse sportive (30% dei ragazzi e appena il 3% delle studentesse). Tra gli studenti giocatori, il 69% ha speso nell’ultimo mese fino a 10 euro, il 24% tra gli 11 e i 50 euro ed il 7% dai 51 euro in su.
“Per il 30% circa degli studenti ‘giocatori’ – continua Molinaro – si rileva un profilo di gioco ‘a rischio’ basso o moderato, stimato utilizzando il ‘South Oaks Gambling Screen: Revised for Adolescents’. Per lo 0,4%, si è evidenziato un profilo di rischio problematico. Anche in questo caso sono i ragazzi a far rilevare i profili più gravi”. Circa il 5% dei ragazzi ammette di essere tornato a giocare sperando di recuperare i soldi persi.
Anche per quanto riguarda i dati assoluti c’è poco da rallegrarsi: il 38,3% della popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni, circa 15 milioni di cittadini, in prevalenza maschi, almeno una volta nella vita hanno giocato d’azzardo. Ora i ricercatori hanno scoperto che di questi ben 120.000 sono quelli a rischio di diventare “gambler”: si tratta di giocatori in cui il gioco si è trasformato da passione volontaria in una necessità irrefrenabile, un vera e propria dipendenza, al punto da perdere il controllo con la realtà.