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Studenti male in storia: per 1 su 3 la bomba su Hiroshima aprì la guerra

Con quale episodio è coinciso l’inizio della seconda guerra mondiale? Con la prima atomica sganciata dagli Usa su Hiroshima. Nagasaki? Una città come tante altre, ci costruivano i mezzi dell’esercito imperiale. Pearl Harbour? La risposta del Giappone alla bomba atomica e Hiro Hito l’ammiraglio della flotta giapponese, interpretato da Toshiro Mifune nel film “La Battaglia di Midway”. In pochi chi crederanno, ma queste strampalate risposte sono state date pochi mesi fa, tra le ultime tre settimane di maggio e la prima di giugno, da giovani maturandi delle scuole medie superiori. Lo scopo delle interviste, 350 in tutto, sarebbe dovuto essere quello di lanciare sul mercato “Medal Of Honor-European Assault”, un videogioco che fa rivivere le più importanti fasi della liberazione d’Europa grazie all’investimento di Electronic Arts uno dei colossi dell’intrattenimento interattivo internazionale. Al di là del lancio pubblicitario ciò che è emerso dallo studio è un quadro complessivo piuttosto avvilente del grado di preparazione, da parte degli studenti italiani, della nostra storia contemporanea: a precise domande su eventi cruciali della storia solo il 14% ha risposto esattamente ad almeno l’80% delle domande, mentre la maggior parte (il 47%) si è limitata al 40% di risposte corrette; ben il 21%, poi, ha risposto correttamente solo al 30% del questionario. I partecipanti erano stati anche abbastanza favoriti dal tipo di questionari somministrati: 15 domande a risposta multipla. Cosa sarebbe potuto accadere se gli avessero somministrato un tema classico, senza  alcun tipo di riferimento alle risposte?
Gli esperti di didattica e di storia si sono immediatamente accalcati per dare una spiegazione. “Per molti anni nelle scuole ci si è dimenticati della seconda guerra mondiale – ha detto Sara Trovato, presidente di Eta Meta Research -mentre cinema, Tv e gli stessi videogiochi hanno riempito vuoti lasciati dalla scuola. Il risultato è poi che i ragazzi sono confusi e pieni di lacune, su un periodo così importante della storia. Non deve stupire, quindi che confondano le date e facciano errori su battaglie e vicende storiche che hanno segnato l’epoca successiva, come la bomba atomica”.
Il problema di fondo però non può essere nella cattiva memorizzazione delle date cruciali: andando a spulciare le percentuali di risposte positive date dagli studenti prossimi alla maturità riguardo i principali personaggi o le grandi battaglie non è che la situazione migliori più di tanto: per il 43% l’8 Settembre invece di essere la data dell’armistizio segna, infatti, la resa dei tedeschi a Berlino. In tema di energia atomica, per un intervistato su tre i ragazzi di Via Panisperna non erano gli scienziati guidati da Fermi, ma un gruppo di partigiani o addirittura panettieri che facevano la borsa nera. Oltre la metà degli intervistati, inoltre, ammette di conoscere solo a grandi linee le vicende legate alla seconda guerra mondiale (34%) o addirittura di non conoscerle quasi per nulla (21%).
E allora di chi è la colpa di tanta “confusione” storica? Ma della scuola, naturalmente. Solo il 15% degli intervistati dice, infatti, di aver appreso quello che sa della seconda guerra mondiale dai libri di testo, dicendo che a scuola se ne parla poco e male. Bassa anche la percentuale di coloro che hanno letto romanzi sulla seconda guerra mondiale (27%), e per altro molti confondono la prima con la seconda, tanto che non manca chi citi “Niente di nuovo sul Fronte Occidentale”, di Remarque, senza sapere che tratta delle vicende del primo conflitto. La famiglia? Il 78% dei giovani protagonisti della ricerca ha detto di non aver mai parlato in famiglia della seconda guerra mondiale, nemmeno in occasione delle celebrazioni del 60° anniversario della fine della guerra. Il 14% che dice di averne parlato in famiglia fa riferimento soprattutto ai racconti di nonni e nonne che l’hanno vissuta in prima persona.
Da non sottovalutare, infine, i risvolti didattici e conoscitivi dei film storici: addirittura il 61% degli studenti intervistati ha ammesso di conoscere le vicende del secondo conflitto mondiale attraverso la visione di film coinvolgenti. Dalla ricerca è poi emerso che “Salvate il soldato Ryan”’ ha permesso al 63% degli intervistati di dare la risposta corretta sullo sbarco degli Alleati in Normandia. Si tratta di un dato apparentemente secondario, ma su cui occorrerebbe riflettere: non sarebbe infatti il caso di introdurre nelle scuole una sala tv da utilizzare ogni volta che i programmi che si affrontano possono essere meglio “digeriti” con la visione di un film storico o d’azione?
 
Alessandro Giuliani

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