Basta con “questa degenerazione”: la scuola torni ad essere scuola con la esse maiuscola. A sostenere il concetto è Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione del Veneto appena fuoriuscita da Forza Italia e promotrice dell’associazione ‘Amo il Veneto’: con l’occasione, la donna intende inviare un messaggio chiaro a studenti e genitori ribelli e oppositivi alle regole scolastiche e al rispetto di chi fa formazione.
Nessuna ricetta particolare
Secondo l’assessore veneto, a colloquio con Il Messaggero, per recuperare “l’autorevolezza delle istituzioni educative” non servono ricette particolari ma basterebbe “ricostruire i fondamentali di riferimento: dal rivolgersi con il Lei ai docenti, all’alzarsi in piedi alla sua entrata, al corretto abbigliamento, magari con il ripristino del grembiule o di una divisa scolastica segno di decoro e di appartenenza, fino ad arrivare ad una lotta unanime contro l’uso di ogni droga tra i più giovani”.
Il ritorno al grembiule è anche auspicato dal vicepremier Matteo Salvini, perché sostiene che “evita le diversità”. E pure da oltre il 70 per cento dei partecipanti al sondaggio della Tecnica della Scuola.
Il padre offeso che interroga gli alunni…
La Donazzan è uscita allo scoperto dopo che nel mese di dicembre, prima della pausa natalizia, nella scuola media di Badoere il padre “di un alunno che aveva preso un brutto voto è entrato nell’istituto, ha spalancato la porta della classe del figlio, interrompendo la lezione in corso, e ha iniziato a interrogare i suoi compagni di classe chiedendo loro se l’interrogazione fosse realmente andata così male. Non pago, se n’è andato avvisando la professoressa che si attendeva una revisione del voto.
Donazzan: denunciare sempre all’autorità giudiziaria
L’assessore ritiene questo certi intollerabili: “Trovo corretto denunciare questi episodi all’autorità giudiziaria”.
Fanno bene quindi “le istituzioni scolastiche” a “tutelare il loro personale, evitando intromissioni e ingerenze da parte di genitori violenti che, con la loro condotta, di certo non rappresentano un esempio da seguire per i propri figli. Violenze verbali e fisiche nonché ingerenze inaccettabili come quella accaduta nel comune trevigiano, minano il rapporto pedagogico alunno-insegnante, mettendo in dubbio l’autorevolezza di chi è chiamato al ruolo di educatore delle future generazioni”.
Ma certe regole già esistono
Insomma, la Donazzan si impegna per imporre la tolleranza zero. Anche se poi, a ben vedere, molte delle regole che vorrebbe introdurre già esistono(anche se non scritte).
Non ci risulta, infatti, che in nessun istituto, nemmeno nelle scuole superiori, gli studenti diano del tu agli insegnanti.
E fino alla secondaria di primo, nella maggior parte degli istituti gli alunni già si alzano in piedi quando entra il docente o un adulto in classe.
Il dibattito è aperto
Sul corretto abbigliamento e sul grembiule obbligatorio, invece, sono gli istituti stessi a decidere il livello di tolleranza, nel primo caso, e se adottare la divisa o meno nel secondo.
Stando così le cose, pensare di imporre agli istituti tutto dall’alto, obbligandoli ad uniformarsi e delle norme standard orientate al rigore, può essere la strada migliore per ripristinare l’autorevolezza degli insegnanti? Il dibattito è aperto.