Gli studenti tornano oggi in piazza in 70 città, contro il Governo e la sua legge di bilancio che «non aggiunge un euro in più» per loro.
Luigi Di Maio l’accusato numero 1, mentre gli studenti sbandierano il supporto anche dei ricercatori e dei docenti universitari che hanno già scritto al Governo una lettera con la firma di 9mila prof per manifestare tutta la loro delusione.
Scorrendo la legge di bilancio infatti all’esame del Parlamento si scopre, si legge nelle agenzie, che c’è ben poco per l’università, niente per le borse di studio degli studenti né per l’innalzamento della no tax area per chi frequenta l’università e ha redditi bassi, nonostante nel contratto di governo fosse espressamente previsto un intervento.
«So quanto sia importante la pressione politica per ottenere risultati», disse tempo fa il vicepremier e leader di M5S, che aggiunse pure: «Dopo le manifestazioni, confrontiamoci insieme per scrivere una nuova storia».
«Dal Ministro Di Maio abbiamo ricevuto solo promesse: sull’Università e sul diritto allo studio nella Legge di Stabilità non c’è un euro in più», avverte il Coordinatore nazionale di Link Coordinamento Universitario.
«Siamo stanchi delle promesse, con la retorica non ci paghiamo l’affitto da fuori sede, il costo dei materiali didattici e le ristrutturazioni degli edifici scolastici e universitari che cadono a pezzi», aggiunge il Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza.
«Chiediamo che questo Governo metta giù la maschera sui fondi in istruzione. Non è accettabile che si promettano investimenti per fare propaganda e che pochi giorni dopo saltino fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull’università», afferma il Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi.
E il Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari, sottolinea come il Governo «per mesi ha annunciato l’abolizione del numero chiuso alle Università. Mai un parere degli studenti, mai una proposta concreta, mai un confronto».
La Rete degli Studenti Medi a sua voltadichiara: “Chiediamo che questo Governo metta giù la maschera sui fondi in istruzione. Non è accettabile che si promettano investimenti per fare propaganda, ma che allo stesso tempo il Ministro dell’Istruzione dica che “bisogna scaldarsi con la legna che si ha”, e che pochi giorni dopo saltino fuori 29 milioni di euro di tagli: 14 sulla scuola, 15 sull’università”. Lo stesso vale per l’alternanza scuola-lavoro: “ridurre le ore non risolverà il problema dello sfruttamento”.
«Se nel corso dell’iter parlamentare della Legge non ci sarà un deciso cambiamento di rotta sarà inconfutabile che, ancora una volta, all’Università italiana sono negate le risorse necessarie per riacquistare fiducia nel futuro e per rilanciarsi dopo tanti anni di tagli»: lo dicono i ricercatori che si riuniranno in assemblea a La Sapienza di Roma.
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