Sono otto su dieci gli studenti favorevoli al nuovo esame di Sato così come è stato aggiustato, a causa della situazione di emergenza, dal decreto del Consiglio dei Ministri e in cui sono stati previsti due scenari: prima e dopo il 17 maggio.
In ogni caso si tratta di due tipologie di esami assai più leggere delle normali prove che si sarebbero regolarmente avviate senza la nefasta interferenza del Covid-19.
E allora, secondo un sondaggio di Skuola.net, che ha coinvolto 3mila studenti, il 42% di costoro è felice di potersi cimentare con lo scritto d’Italiano comune per tutti gli studenti, una seconda prova personalizzata ed elaborata dalle singole commissioni in base al programma effettivamente svolto dalla classe nelle materie d’indirizzo, e un orale ‘tradizionale’. Studenti soddisfatti anche nell’ipotesi, non inverosimile, per cui in classe non si dovesse tornare entro il 18 maggio e la maturità dovesse conseguirsi solo con un esame orale: è gradita a più di 1 su 3, pari al 38%.
Solo il 15% avrebbe voluto un esame intatto – doppio scritto comune per tutti e orale classico – con solamente un occhio di riguardo in fase di correzione degli scritti e di valutazione conclusiva; il 95% si dice pronto ad affrontare le prove tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Solo una sparuta minoranza (5%) avrebbe rimandato il tutto alla fine dell’estate.
Un dato significato è però da sottolineare: solo il 50% dei ragazzi è d’accordo alla promozione e all’ammissione di tutti i candidati agli esami di stato, ma con cui si conferma che i giudici più severi a scuola non sono i prof ma proprio gli alunni.
In ogni caso, si incomincia a parla di un terzo scenario, quello cioè di procedere a distanza, come sta avvenendo con le lauree nelle università.
E su questo versante l’Anp avverte: “non si sta sanando: ammesso che ci sia una ammissione per tutti, agli studenti verranno indicati i debiti che andranno saldati, se uno pensa che il conto non va saldato sbaglia di grosso”.
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