Il problema non è poi così secondario come potrebbe sembrare o tanto diffuso e comune da accettarlo come un fenomeno ineluttabile simile agli eventi naturali. Fare il possibile da parte dei commissari agli esami affinchè le prove siano di reale proprietà di chi le compila è un dovere morale che garantisce quei ragazzi che con onestà e correttezza fanno ogni giorno il loro dovere.
E tutto questo ha poco a che fare con le promozioni o le bocciature, ma si intreccia nell’etica della scuola e nella sua missione di educare alla responsabilità.
Per questo riportiamo l’ulteriore articolo del Gruppo di Firenze col quale non si può che essere in sintonia, anche se gli esempi che vengono da altri ambiti, anche importanti della Nazione, sono di segno opposto, compreso quanto qualche collega, impegnato negli esami per dirigente scolastico, ci diceva relativamente alle scopiazzature candidamente operate da taluni docenti in quella occasione.
E se copiare è arte che tocca i compiti scritti di candidati a dirigere una scuola, perché non dovrebbe contagiare studenti neghittosi che aspirano al diploma, e magari con un ottimo voto, senza sforzo e impegno?
Secondo alcuni sondaggi almeno tre o quattro ragazzi su dieci hanno ammesso di aver copiato tutto, uno o due abbastanza e due solo un pochino; qualcuno ha aggiunto che i professori hanno “dato una mano”. Quanto alla minoranza che non copia, di cui il Ministro si è infischiato, Massimo Gramellini nel suo Buongiorno così si esprime: “Il rimanente 32 % è vivamente pregato di lasciare il paese per manifesta incompatibilità ambientale”. Anche la “Tecnica della scuola” sostiene che chi doveva controllare non lo ha fatto.
Il ministro Profumo aveva il preciso dovere di garantire alla collettività che i risultati degli esami non sarebbero stati falsati e che quindi i soldi dei contribuenti non sarebbero stati sperperati in un’esercitazione nazionale di diseducazione alla legalità. Ha invece snobbato con aria di sufficienza l’idea di usare la tecnologia per impedirne un uso truffaldino. Alla fine un bocciato ci sarà di certo: lui.
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