Studenti perseguitati, per la Cassazione quando ci sono minacce è stalking
Per uno studente ricevere delle attenzioni sistematiche da un adulto, attraverso sguardi insistenti e minacciosi, fuori dalla scuola corrisponde ad un comportamento persecutorio penalmente perseguibile: a stabilirlo è stata la quinta sezione penale della Cassazione: attraverso la sentenza n. 11945 del 26 marzo, la Suprema Corte ha anche delineato per la prima volta l`ambito di applicazione delle nuove norme sullo stalking chiarendo che, “la norma sul reato di atti persecutori è stato inserita nel nostro ordinamento a tutela della libertà morale della persona e ha ad oggetto condotte reiterate di minaccia e molestia che determinano nella vittima, alternativamente, un perdurante e grave stato di ansia o paura, un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persona comunque affettivamente legata, la costrizione ad alterare le proprie abitudini di vita“. Per questi motivi il Collegio di legittimità ha confermato un provvedimento del Gip Tribunale di Barcellona che, ad agosto dell`anno scorso, aveva disposto gli arresti domiciliari nei confronti di un 41enne di Messina che si era appostato più volte fuori dalla scuola di una dodicenne, lanciandole baci, guardandola insistentemente, facendo alcuni apprezzamenti e, in un`occasione, invitandola a salire in macchina. Il comportamento dell’uomo aveva turbato molto la ragazzina, che era arrivata a chiedere ai genitori di non mandarla più a scuola. La famiglia, però, preso atto della gravità della situazioni si era rivolta ai carabinieri, i quali hanno immediatamente fatto scattare le indagini e le manette nei confronti dell`uomo per stalking. Ora è arrivata la conferma dalla Cassazione.